Ve li ricordate Fabio e Mingo, i due inviati di Striscia la notizia improvvisamente scomparsi dal teleschermo qualche anno fa?Dopo tanti rumors, allontanamenti da Mediaset e comunicati stampa dei diretti interessati, arriva finalmente la verità grazie alle indagini portate avanti dalla Procura di Bari in questi ultimi anni.

Le false inchieste

Di casi e di inchieste la popolare coppia di inviati ne aveva seguite tante, spesso scovando casi curiosi, unici che destavano l'attenzione di milione di spettatori. E i loro guai, se così possiamo chiamarli, sono iniziati proprio per l'attenzione che alcuni uomini della Procura barese ha posto su un loro servizio, che riguardava l'esercizio abusivo di professione da parte di un avvocato.

Indicazioni che hanno fatto scattare immediatamente un'inchiesta grazie alla quale si è invece scoperto che il sedicente avvocato non era altro che un attore pagato appositamente per far sembrare tutto vero.

La truffa a danno di Mediaset e Striscia la notizia

Alla notizia della truffa, Mediaset e Striscia la notizia hanno immediatamente preso le distanze dalla coppia di inviati, rimettendo il tutto all'autorità giudiziaria. Ed è proprio grazie all'attività di indagine svolta dagli uffici di Polizia giudiziaria della Procura di Bari che oggi si delinea il quadro di quella che è stata una vera e propria truffa ai danni di Mediaset e Striscia la notizia in primis, ma soprattutto ai danni dei milioni di italiani che quotidianamente seguivano il programma fiduciosi delle verità sempre cercate e raccontate dai due.

Occorre innanzitutto dire che la Procura ha accertato l'assoluta estraneità ai fatti di Fabio, per intenderci quello che tra i due stava sempre zitto e un passo dietro a Mingo, il vero mattatore delle interviste.

Il ruolo di complice di Mingo lo impersonava la moglie, Corinne Martino, contitolare insieme a lui della società partner di Striscia la notizia.

Società che percepiva delle cifre straordinarie per i servizi proposti che si aggirano sui 21 mila euro, oltre ad un fisso di 160 mila euro.

La Procura di Bari, chiuse le indagini, ha quindi contestato all'ex inviato la falsità di ben dieci servizi, in cui si parlava di falsi maghi, assicuratori, impiegati della motorizzazione; peccato fossero solo il frutto della fantasia della coppia e non della realtà.