Netflix ha appena rilasciato Stranger Things 2, seconda stagione della serie TV fantascientifica più amata dello scorso anno. Creata e diretta dai fratelli Matt e Ross Duffer, vede tra i motivi del suo successo l’ambientazione anni Ottanta, capace di catturare sia trentenni-quarantenni che guardano con nostalgia, sia i millenials che possono immergersi in un mondo poco conosciuto. Anche la scelta delle protagoniste rispecchia questo ponte tra passato e presente, con il ritorno di Winona Ryder e con Millie Bobby Brown, giovanissima interprete di Undici divenuta già una star.
Il tutto strizzando l’occhio ai grandi del genere sci-fi e horror di quei tempi, come John Carpenter, Steven Spielberg e stephen king.
Ed è proprio a King che i fratelli Duffer si sono ispirati maggiormente. Qualche anno fa, prima della realizzazione del nuovo IT cinematografico, avevano proposto un adattamento del romanzo ottenendo solo rifiuti. Da quell’episodio, pare, sia scattata la scintilla che li ha portati a creare Stranger Things. E King non ha mai nascosto un certo orgoglio nel vedere i riferimenti alla sua opera nella serie.
Font e protagoniste femminili
Già dal poster è facile notare che il carattere utilizzato è lo stesso delle copertine dei romanzi di Stephen King. E il nome della protagonista, Undici, è un numero che ricorre spesso in it, anche nella famosa citazione: “Quello che può essere fatto a undici anni non può essere fatto mai più”.
Ma Undici e Beverly, protagonista di IT, hanno molto in comune. Entrambe sono l’unico elemento femminile in un gruppo di maschi. Questo porta i ragazzi a maturare sentimenti nuovi, come attrazione e senso di protezione. Inoltre le due bambine sono in conflitto con la figura paterna: Beverly violentata dal padre e Undici costretta a subire esperimenti dall’uomo che l’ha cresciuta in un laboratorio.
Infanzia, amicizia, bullismo
IT e Stranger Things raccontano un mondo particolare: la preadolescenza, con l’opposizione agli adulti che spesso non ascoltano ciò che i bambini sostengono. Di conseguenza, i bambini non raccontano più le proprie scoperte e decidono di trovare una soluzione da soli. Questo accresce il senso di amicizia, che si sviluppa tra uno scontro e un gesto d’affetto.
Temi universali per i ragazzini, in realtà, come quello del bullismo e della popolarità. I bambini di Stranger Things non legano con gli altri, ma preferiscono passare del tempo con l’insegnante di scienze. In IT, i piccoli protagonisti costituiscono il “Club del Perdenti”. Per questo, entrambi i gruppi subiscono le angherie dei bulli. Ma in entrambe le opere vengono fuori le carte vincenti dei ragazzi. In Stranger Things, Lucas ha una razionalità non comune per la sua età, e Mike incoraggia la lealtà tra amici. Allo stesso modo, il Mike di IT spicca per intelligenza e Bill è il collante del gruppo.
Due mostri molto simili
IT inizia con la morte del fratellino di Bill, finito tra le grinfie di Pennywise, un’entità aliena malefica vecchia quanto l’Universo.
In Stranger Things, Will sparisce, portato nel Sottosopra dal mostro Demogorgone. Ma oltre il tragico inizio, le similitudini si riscontrano anche tra i due mostri. Entrambi risiedono in un’altra dimensione ed entrambi hanno, tra i loro poteri, la telecinesi. Una delle tante teorie che circolano su Stranger Things dice che il Demogorgone non sia altro che una manifestazione dei traumi subiti da Undici, anche lei capace di poteri psichici come molti personaggi di Stephen King.