"Ultras" di Francesco Lettieri non è piaciuto al tifo organizzato, che continua a contestare la pellicola attraverso gli striscioni sparsi su tutta la Provincia di Napoli. Il film, presentato il 9 marzo in anteprima cinematografica, racconta la storia di Sandro Russo, interpretato da Aniello Arena, capo del gruppo ultras Apache, alle prese con il cambio generazionale all'interno del tifo organizzato. Dal 20 marzo la pellicola è visibile su Netflix e, nonostante le critiche ricevute, è quotidianamente tra i 10 contenuti più visti del giorno in Italia.

Oltre al clamore creato intorno all'uscita del lungometraggio, a contribuire al suo successo è sicuramente la colonna sonora firmata da Liberato.

Le critiche degli ultras al film di Lettieri

Il tifo organizzato critica fortemente il film perché questo risulterebbe poco fedele all'universo ultras delle curve degli stadi. Un'altra accusa mossa contro la pellicola è la mancanza di riferimenti al mondo del calcio. Inoltre a una parte di tifosi non è piaciuta l'idea di scegliere come set il Comune di Pozzuoli a discapito delle zone di Napoli centro più vicine al mondo del tifo organizzato.

I supporters partenopei sono i più critici nei confronti del regista; infatti a lui è dedicato uno striscione che recita: "Decenni di un movimento sottoculturale, non li racconti con un film girato male!

Lettieri cambia canale!". Il gruppo Ultras Sud 1996 critica non solo la pellicola, ma anche la piattaforma sulla quale viene trasmessa: "L'ultras è vissuto non girato. Viva l'ultras senza Netflix."

L'avvocato Pisani pronto a tutelare il nome di Ciro Esposito

È presente all'interno del film un riferimento alla triste vicenda di Ciro Esposito, il giovane tifoso azzurro morto il 3 maggio 2015 a seguito di scontri tra ultras napoletani e romani.

L'avvocato Angelo Pisani, a nome della famiglia Esposito e dell'Associazione CiroVive, prende le distanze dal film. Secondo Pisani non è possibile accostare Ciro Esposito agli ultras: "Ciro non è morto in uno scontro, è morto perché è stato aggredito in modo vigliacco da una persona che dopo ha aggredito persone in difficoltà.

Non si può trasferire la tragica uccisione in questo contesto". Infine l'avvocato non esclude la possibilità di agire per vie legali qualora vi siano i presupposti per tutelare l'immagine della vittima e della famiglia.

Francesco Lettieri: 'Non volevo fare un film sul tifo'

Come specificato dallo sceneggiatore Peppe Fiore in un'intervista a GQ, né lui, né Lettieri vanno allo stadio e non si sono mai incontrati con i tifosi. L'ispirazione del film è arrivata dopo aver visto il documentario di Vincenzo Marra "E.A.M. - Estranea alla massa". Il regista ha spiegato di non aver voluto girare una pellicola dedicata al tifo organizzato. L'intento di Lettieri era quello di raccontare il mondo ultras nel suo essere una tipologia di famiglia allargata.

Un nucleo composto da persone totalmente diverse da loro e unite dalla passione per il calcio. L'obbiettivo era mettere in evidenza gli scontri generazionali e le faide interne al gruppo, causate dalle diverse visioni sul mondo ultras.