Finita la quarantena, a quanto pare, molti italiani hanno avuto la stessa idea, condiviso lo stesso desiderio: concedersi un 'comfort food', hamburger e patatine fritte. Lunedì, è iniziata la Fase 2 dell'emergenza Coronavirus, tra allentamento delle misure di lockdown e riapertura di alcune attività, tra le quali i negozi della nota catena americana di fast food McDonald's.

Il decreto governativo sulla Fase 2 ha permesso, infatti a bar, ristoranti e anche fast food, di riaprire i battenti ma solo per la vendita da asporto. Da Nord a Sud della penisola, foto e video diffusi sui social hanno testimoniato uno stesso fenomeno: file chilometriche, persone in coda in auto per poter raggiungere lo sportello del McDrive e ritirare cibo da mangiare a casa.

Fase 2, McDonald's presi d'assalto: casi nel Lazio

L'astinenza da panino con hamburger e patatine, ha spinto molti italiani a festeggiare il ritorno a una libertà parziale facendo una puntata al McDonald's di zona. Con l'avvio della Fase 2, infatti, la nota catena americana ha riattivato il servizio drive e asporto. Ciò ha determinato file interminabili di auto in corrispondenza di alcuni punti vendita della penisola. Nel Lazio, ad esempio, lunghe code chilometriche sono state registrate lunedì sera per accedere ai McDrive di Roma e provincia. A migliaia di utenti, probabilmente alla prima uscita dopo quasi due mesi di confinamento in casa, non ha pesato dover stare in coda per molto tempo pur di arrivare ad acquistare il cibo tanto ambito.

Nei dintorni di Roma, e precisamente sull'Aurelia, all'altezza dell'ingresso nord di Ladispoli, il traffico era paralizzato e le file chilometriche lasciavano pensare che potesse essersi verificato un grave incidente stradale. Analoghe scene, sono state registrate ad Anzio sulla Nettunense, al McDrive Nomentana e in quelli Anagnina e Romanina della Capitale.

Un fenomeno analogo si è verificato anche a Latina: lunedì sera, lunghe file di auto ferme sono state segnalate tra via Isonzo, via Romagnoli e via Mascagni per accedere al McDonald's. Altre, poi, all'altezza dell'area di servizio di Campoverde in direzione Burger King. Una situazione che ha richiesto l'intervento di polizia locale e carabinieri per controllare che non si verificassero assembramenti o incidenti.

Fase 2, il caso di Bari

Stessa scena a Bari dove un utente passando con l'auto, ha ripreso con il suo telefono la fila di macchine che nella serata del 4 maggio ha congestionato il quartiere San Paolo. Dopo aver fatto alcuni commenti in dialetto, l'uomo ha urlato in italiano 'Voi non siete normali'. Analoga congestione del traffico all'altro capo della penisola, a Biella, ma anche a Lodi, L'Aquila e Chieti: code di auto, e gente disponibile a un'attesa almeno di un'ora per arrivare al punto d'asporto del cibo. Un episodio identico si è registrato con qualche giorno d'anticipo in Francia quando il McDrive di Moissy-Cramayel ha riaperto il servizio.

Il fenomeno su scala nazionale, ha alimentato sui social controversie e polemiche tra chi osserva che è consentito andare a prendere un hamburger, e chi condanna quello che considera un assurdo rito di massa.

In effetti il sistema, autorizzato dalle disposizioni governative vigenti, permette di poter prelevare un pasto senza neanche scendere dall'auto, evitando qualsiasi contatto con altre persone. Al McDrive, servizio esistente da prima dell'emergenza coronavirus, si arriva in auto, si fa l’ordinazione via interfono, e il menù prescelto viene consegnato dal finestrino dell’auto. Quanto di più idoneo nell'ambito delle misure anticontagio.

McDonald’s, in Italia 24 mila dipendenti

Il colosso americano dell'hamburger, in Italia ha 600 ristoranti e 375 McDrive. Nei suoi punti vendita sparsi per la penisola, dà lavoro a 24 mila dipendenti. Dal 4 maggio, con l'avvio della Fase 2, la catena di fast food ha riaperto, ovviamente in maniera parziale: non è possibile accedere ai ristoranti, chiusi al pubblico, ma si può utilizzare oltre al servizio d'asporto, quello di consegna a domicilio, McDelivery, ordinando da casa, specie nelle ore serali.

La catena americana ha reso noto di aver adottato tutte le iniziative per la tutela della salute dei dipendenti: sanificazione degli ambienti e delle attrezzature, gel igienizzanti, uso di guanti e mascherine sul posto di lavoro. Le vendite del gigante del fast food sono crollate in seguito al lockdown adottato da molti Paesi, tra cui Italia, Spagna, Francia. La catena di hamburger più grande del mondo, ora tenta la ripartenza, in Italia e altrove.