Lunedì 4 maggio parte la Fase 2 dell’emergenza. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte invita però gli italiani alla cautela per non vanificare gli sforzi fatti fino ad ora. Via dunque ad una ripartenza graduale delle attività economiche, ma anche di quelle sociali, ma non sarà un “liberi tutti”, avverte il Premier. Ovviamente la gestione della Fase 2 sta suscitando anche molte critiche, soprattutto perché sarebbero poco chiari i concetti di ‘congiunti’ e ‘affetti stabili’ ai quali sarà possibile fare visita. Tra le voci più contrarie all’operato del governo c’è quella di Nicola Porro.

Il giornalista ha definito il premier come un “avvocato meridionale figlio di una cultura burocratica”.

Giuseppe Conte sulla Fase 2: ‘Non sarà un liberi tutti’

Alla vigilia della partenza ufficiale della cosiddetta Fase 2, Conte rilascia un’intervista al quotidiano La Stampa allo scopo di rassicurare i cittadini italiani e fornire loro alcune delucidazioni. Il premier sottolinea innanzitutto gli “enormi sacrifici” compiuti da tutti e, proprio per questo motivo, invita a riflettere sul fatto che “non sarà un liberi tutti”. Dunque, nessuna “rimozione collettiva” del problema e caloroso invito al rispetto delle prescrizioni: distanziamento sociale, mascherine, igiene e divieto di assembramento. Nonostante le sue parole e le FAQ pubblicate dal governo per chiarire alcuni dubbi delle nuove misure in vigore, restano però forti dubbi sui termini “congiunti” e “affetti stabili”.

Ed è in questa polemica in cui si inserisce Porro.

La previsione di Nicola Porro sulla Fase 2: ‘Succederà un gran casino’

In apertura della sua quotidiana rassegna stampa di domenica 2 maggio, Nicola Porro comincia subito a parlare della Fase 2, pronosticando che da lunedì succederà un “gran casino”. Il conduttore di Quarta Repubblica assegna persino “l’Oscar del titolo più ridicolo” pubblicato da un quotidiano.

La ‘vittoria’ va al Corriere della Sera: ‘Così l’Italia prova a ripartire’. Ma Porro non è d’accordo perché, a suo giudizio, “questo è quello che ci concede Conte per ripartire”.

‘Conte figlio di cultura burocratica da avvocato meridionale’

Secondo Porro, invece, si dovrebbe “lasciare la libertà di ripartire ai singoli cittadini” durante la Fase 2.

Alcuni continuerebbero certamente a restare chiusi in casa per la paura, ma altri proverebbero a “ripartire”, rispettando ovviamente i criteri di sicurezza. Il punto fondamentale che preme sottolineare al giornalista è che “se non si è liberi non si è felici”. Sulla questione dei congiunti e degli affini Porro commenta: “Congiunto non so che cosa diavolo vuol dire, solo a quell’avvocato di Foggia può essere venuto in mente”, come quando, durante una celebrazione, definì “congiunto” il fratello defunto del Presidente della Repubblica Mattarella. Insomma, per Porro, Conte è “figlio di quella cultura burocratica, legale, da avvocato meridionale, perché ci sono i grandi studi notarili di Napoli che hanno insegnato il diritto al mondo e poi ci sono quelli del rigore spagnoleggiante che è quello di Conte”. Dunque, conclude Porro, il congiunto sarebbe più importante dell’amico, una “cosa assurda”.