Giornalista, conduttrice e volto televisivo tra i più seguiti nel panorama sportivo campano, Delia Paciello ha trasformato la passione per il calcio in una carriera costruita con determinazione e professionalità. Conduce il format “DeliettaGol” su TeleA, collabora con 7 Gold, Radio Amore Campania e scrive per Il Mattino.
Paciello è una voce autorevole nel racconto delle vicende del SSC Napoli, di cui segue da vicino ogni evoluzione dentro e fuori dal campo. In questa intervista a Blasting News racconta il suo percorso, l’amore per il giornalismo sportivo e il suo punto di vista sulla nuova stagione azzurra targata Antonio Conte, tra entusiasmo, ambizione e responsabilità.
Delia: 'Vivere queste emozioni accanto alla squadra è un privilegio e poterle trasmettere'
Lei è nota come conduttrice di DeliettaGol su Tele A. Come è nata questa idea e questo nome per il programma? Qual è la sfida più grande che ha affrontato conducendo un format sportivo e cosa la motiva ogni sera davanti alla telecamera?
‘Questo programma, quando è cominciato era su Tele A, per caso, perché ho lavorato tanti anni con Paolo Del Genio. Poi, in seguito ad una piccola discussione mi allontanai dal programma che facevo con lui. Ora sono in ottimi rapporti con lui e stimo tantissimo. La gente iniziò a riconoscermi e mi ritrovai a fare interviste per strada con Lino D’Angiò per gioco, anche perché faceva l’imitazione di Gattuso, Ancelotti e le persone chiedevano se fossi Diletta Leotta.
Lui giocò con il nome. Facevamo informazione ma c’erano tanti momenti goliardici. Il format è un po’ più leggero dei soliti perché parliamo di calcio e abbiamo momenti simpatici. Facciamo informazione ma la vorrei con il sorriso, tenendo il telespettatore di buonumore e trasmettendo cose positive. Il calcio è palliativo perché penso che ti debba regalare emozioni. A me non piace quando ci sono persone che si impostano e cambiano tono di voce. Per me è una cosa innata perché dimentico che c’è la telecamera e sono spontanea. Addirittura, quando ho un problema, appena si accende la lucetta dimentico tutto. Questo mi dà carica e mi sento come se avessi la responsabilità di trasmettere cose belle agli altri’.
Da giornalista e inviata, spesso segua il Napoli nelle trasferte (le sue dirette da Manchester ne sono un esempio). Che sensazioni prova quando racconta le vittorie o le difficoltà della squadra cui è sentimentale legata?
‘In realtà sono tifosa della squadra. Da giornalisti non si dovrebbe dire ma siamo esseri umani. Professionalmente chiunque cerca di essere oggettivo. Vivere queste emozioni accanto alla squadra è un privilegio e poterle trasmettere. La missione in cui spero di riuscire è quella di trasmettere cose positive alla gente e dare momenti di distrazione. Per Napoli il calcio non è solo sport ma un aspetto sociale. Il fatto che stia facendo bene il Napoli è un senso di rivalsa per la città, descritta male.
Questo Napoli che sta facendo bene a livello nazionale ed è tornato in Europa dà orgoglio ai cittadini che stanno dimostrando maturità nei festeggiamenti. Stiamo dimostrando di essere maturi anche sotto questo aspetto’.
Paciello su De Bruyne al Napoli: 'Dopo Cristiano Ronaldo sia il colpo più importante in Italia negli ultimi anni'
Dopo il trionfo con Antonio Conte e lo scudetto conquistato, il Napoli entra in una stagione nuova con molte aspettative. Quali sono, secondo lei, i punti di forza che dovranno difendere e le insidie più grandi da superare?
‘Noi partiamo dall’essere la miglior difesa d’Italia ed una delle migliori d’Europa. Quest’anno stiamo prendendo qualche gol in più perché vi è anche un momento di assestamento con i nuovi.
Antonio Conte ha un gran lavoro da fare perché l’anno scorso è riuscito avendo una sola competizione. Quest’anno è una sfida anche per lui che si affaccia nei palcoscenici europei. Il Napoli porta il peso di questo scudetto perché bisogna confermarsi e fare bene in Europa dove ci sono squadre più attrezzate di noi. Bisogna dimostrare con maturità e con il lavoro. È uscito il film del quarto scudetto vi sono delle frasi che Conte ripete sempre nello spogliatoio. Si scherza spesso su questa frase che dice ‘Amma faticà’ ma è vero perché bisogna lavorare e stiamo facendo bene. Sono venuti giocatori importanti ma vi sono profili che si devono ambientare alle richieste dell’allenatore. Serve tempo ma spero si possa accelerare’.
In merito al calciomercato: De Bruyne grande colpo. Il Napoli, a suo avviso, ha una rosa competitiva per tutte le competizioni? Si è aggiunta, infatti, la Champions League che toglie non poche energie.
‘Abbiamo una rosa importante. Il direttore Gianna Manna ha fatto un ottimo lavoro. Credo sia un club che è cresciuto anche sotto l’aspetto delle scelte. In passato il presidente è stato criticato ma siamo un club solido e mi sento di dire che siamo il club più solido. Non è stato fatto niente in anticipo e oggi possiamo permetterci qualcosa in più rispetto agli altri club. Manna ha individuato giocatori come De Bruyne. Prima erano impensabili e io stessa ero incredula. Non è un nome chiunque e penso che dopo Cristiano Ronaldo sia il colpo più importante in Italia negli ultimi anni' Dà vita al calcio italiano.
La rosa è competitiva ma è chiaro che in Europa ci sono altre squadre importanti. Mi preoccupa il Milan perché non ha le coppe. Bisogna distribuire la rosa su più fronti e la cosa che mi preoccupa è che mister Conte li fa lavorare davvero tanto’.
'Da piccola sognavo di fare la giornalista'
I social oggi sono parte integrante del racconto sportivo e lei ha molta visibilità. Quanto peso dà alla reazione dei follower e dei tifosi nei suoi contenuti?
‘Dovrei curarli un po’ di più i social. Leggo, purtroppo poco, i messaggi che mi arrivano in privato ma cerco di rispondere a tutti i commenti pubblici. I social sono importantissimi e sono un mezzo. Li cerco di usare per attirare e incuriosire le persone.
Uno fa vedere quello che vuole mostrare. Trovo tante persone che quando mi conoscono mi dicono che avevano un’idea diversa di me. Non mostro vita privata; magari faccio vedere il mio lavoro e la foto per attirare i follower’.
Guardando al futuro: ci sono progetti nei prossimi mesi che le stanno più a cuore?
‘C’è in programma un altro format a livello nazionale. Non dico molto perché non vorrei sbilanciarmi ma c’è un progetto in crescita. È un mondo difficile. Si sogna ma ci stanno tante circostanze. Io ho fatto altri percorsi come, ad esempio, ho studiato ingegneria e mi sono trovato in questo ambiente per caso, da tifosa. Faccio da sola, lotto anche contro il maschilismo che c’è perché ho combattuto tanto in un ambiente con tanti maschietti che sminuiscono le donne legandole solo all’immagine.
Oggi mi sono guadagnata rispetto nell’ambiente e provo a fare altri progetti e spero che mi dia soddisfazioni’.
Se non avesse scelto la strada del giornalismo sportivo, che alternativa professionale immaginava per sé?
‘Io non ho scelto questa strada ma è lei che ha scelto me. Da piccola sognavo di fare la giornalista e dicevo a papà che volevo scrivere per il Mattino. Non ho avuto un’adolescenza semplice. Mia madre soffre di disturbi bipolari e sono andata via da casa a 18 anni. Ho lavorato e studiato da sola. Avevo scelto un percorso che mi potesse assicurare qualcosa professionalmente e ho scelto ingegneria. Poi ad un certo punto della mia vita, bruttissimo, quando è morto anche mio padre, i miei amici per distrarmi, mi hanno portato in radio come tifosa.
Da lì sono nate una serie di opportunità. Il direttore della radio Kiss Kiss mi invitò in un programma. Mi sono trovata a condurre un programma con Paolo Del Genio che mi ha aiutata nel percorso per ottenere il tesserino. Gli voglio bene e lo stimo tanto. Non è un mondo semplice. A volte noi donne veniamo circuite da persone che ti promettono cose. Una volta che vorrei sottolineare è che le donne, nel mondo del calcio, vengono viste come donne-oggetto. Alle volte, purtroppo, penso sia colpa anche delle donne perché nel momento in cui ti promettono cose, ci sono donne che ci cascano. A me è capitato, ma non c'è stata neanche la tentazione, solo il disappunto per certe dinamiche che sono riuscita a superare con il lavoro.
Il giudicare donne-oggetto è una cosa che deve cambiare e purtroppo, ancora, esiste. In questo mondo non bisogna mollare e serve tanta passione. Le difficoltà ci sono e chiunque ha pensato di mollare ma è la caparbietà che ti permette di andare avanti’.