A parte il gusto un po' pacchiano di certe grandi navi e di altre - non quelle a firma italiana, che invece insistono sulla qualità degli arredi, anche se la clientela d'oltreoceano non sempre sembra apprezzare - è indiscutibile che chi vuol andar per mare alla ricerca di serenità, silenzio, coltivando la speranza di ritrovarsi nel suo grembo ovvero nell'habitat marino primigenio, non può e non deve salire sul grattacielo galleggiante, imbarcarsi su un parco giochi di disneyana memoria, sentirsi obbligato a mutar d'abito almeno due volte al giorno, fingere cameratismo con persone che gli sono del tutto sconosciute, scattare fotografie su una noce di cocco che prevede il tempo (pittoresco!) e ottemperare a una serie di obblighi di "convivenza" notevoli al punto di accarezzare con nostalgia il piacere del rientro e il week-end dalla dolce nonnina che vive in campagna con quattro galline, un cane e un orto a cinque stelle.

Naturalmente, un grandissimo numero di turisti non è e non sarà d'accordo con il mio punto di vista; a loro auguro una buona crociera mentre ai pochi che la pensano come me continuo un dialogo che - è il caso di dirlo - ci porterà lontano; più di quanto immaginiate. Cominciamo sul principio che regge la crociera moderna: andar per mare con un altro che guida.

Dormire mentre "l'autista" sposta settantottomila tonnellate di roba mista da un posto all'altro; arrivare all'alba vicino ad una città costiera o vicino ad un'isola; scendere a terra, visitare musei e bellezze naturali, comprare qualche ricordino , risalire a bordo e aspettare che la notte per risposarsi, mentre le settantottomila tonnellate si spostano da qualche altra parte.

Domanda: questo programma è fattibile in un "fai da te"? Risposta: perché no?

Domanda: e perché dovremmo accollarci la fatica di stendere un itinerario, prendere informazioni, valutare tempi e costi?

Risposta: perché, secondo Fernando Pessoa "la vita è ciò che facciamo di essa/ i viaggi sono i viaggiatori/ ciò che vediamo non è ciò che vediamo ma ciò che siamo".

E secondo il saggio Lin YuTang, (L'importanza di vivere, Milano 1945): "Buon viaggiatore è chi non sa dove andrà; perfetto viaggiatore chi non sa donde venga".

I film: visto il numero, è praticamente impossibile indicare film sui viaggi. La mia selezione quindi è molto poco professionale e molto affettiva: Viaggio al centro della terra (1959, regia di Henry Levin) 2001 Odissea nello spazio - 2001: odissea nello spazio 1968 di Stanly Kubrick) - Into the Wild -Nelle terre selvagge (1999, regia di David Lynch) - Thelma & Louise (1991, regia di Ridley Scott) - Il treno per Darjeling (2007, regia di Wes Anderson) - I diari della motocicletta (2004, regia di Walter Salles).