Tutti la conoscono come la Città dei Templi, ma ancora pochi sanno che c'è oltre ai templi dorici trovi anche una città sotterranea ad Agrigento. E' quella degli ipogei, cavità idrauliche o anche stanziali sotterranee che akragantini, guidati dal loro ingegnere più abile, Feace, realizzarono duemilacinquecento anni fa per l'approvvigionamento idrico di un territorio divenuto molto popoloso. Percorsi sotterranei divenuti poi lungo i secoli sistemi difensivi, persino stalle e nel più recente passato anche sicuri rifugi antiaerei. Vengono ricordati dallo storico Diodoro siculo ed è noto che furono i numerosissimi schiavi catturati dall'esercito agrigentino vittorioso nella battaglia di Himera a scavare sotto la collina, sotto la rupe che dominava l'antica città greca e sino alla Valle dei Templi.
Abbandonata per molti secoli, gli agrigentini stanno oggi provando a recuperare quel che resta (ed è molto) della loro città sotterranea a scopi turistici. Finanziamenti europei, studi geologi e progetti urbanistici, una mappatura dei percorsi da parte del Genio Civile sono in stato avanzato di realizzazione e così da un paio di anni è nata pure una associazione di speleologi in città, che si chiama "Agrigento sotterranea", che ti guida nella visita di due ipogei assai diversi, quello del Giardino della Kolimbetra, nella Valle dei Templi, e quello sotto la Cattedrale, sulla parte più alta della collina su cui si dall'arrivo degli Arabi il centro storico cittadino.
Duemila le visite all'ipogeo del Giardino della Kolimbetra presso il tempio dei Dioscuri
Già in duemila hanno visitato dallo scorso giugno l'ipogeo del Giardino della Valle dei templi, risalente al quinto secolo avanti Cristo, curato dal Fai, il fondo italiano per l'ambiente, e divenuto meta ininterrotta per migliaia di turisti da almeno un decennio.
L'associazione "Agrigento sotterranea" assicura le visite guidate ogni giorno da marzo a ottobre attraverso una comoda passerella e in condizioni di assoluta sicurezza. Più recente è il progetto che porta i turisti dentro l'ipogeo del Vescovado, scavato dentro un ammasso roccioso calcarenitico e che la Curia locale ha aperto alle visite, ma solo al momento durante alcune manifestazioni locali a carattere culturale e turistico.
Però diverrà un offerta turistica in più nel centro storico di una città chiaramontana ricca di chiese e monumenti che risalgono anche al periodo medievale. Ma siamo solo all'inizio di una serie di iniziative turistiche e culturali che intendono valorizzare gli ipogei, questo patrimonio raro e sinora in ombra della storia agrigentina.
Grazie ad un finanziamento europeo si sta recuperando un ipogeo divenuto in epoca borbonica cisterna e collegato ad una vicina cavità che si stende sotto il viale alberato più bello della città, il viale della Vittoria. L'amministrazione vuole aprire il sito nella primavera del prossimo anno, insieme ad altri percorsi, come quello assai più noto detto del Purgatorio (presso l'omonima chiesa seicentesca sulla centrale via Atenea), il cui ingresso è sovrastato da un artistico leone dormiente.
Questo ipogeo è il più noto ed è stato già descritto nel settecento da viaggiatori famosi, come il pittore Houel che entrò per un intero giorno dentro questa cavità.
In dirittura di arrivo è infine anche il progetto per aprire alla visite un ipogeo scoperto dietro il palcoscenico del teatro civico Pirandello, dai suggestivi colori e ben conservato. Raccoglieva le acque che poi alimentavano una vicina vasca ormai scomparsa ma di grande utilità per alleviare la sete atavica di una città spesso al centro delle cronache per la mancanza di acqua. L'offerta turistica agrigentina intende quindi arricchirsi di questa suggestiva proposta che porterebbe tanti a scoprire una inedita Agrigento sotterranea. Un progetto dagli sviluppi particolarmente interessanti e che già suscita anche l'attenzione degli studiosi oltre che degli operatori del settore.