Se tutto andrà come previsto, nel 2020 la NASA aprirà la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) ad imprese ed astronauti privati, dietro cospicuo pagamento.

Jeff DeGuitt, il direttore finanziario dell'agenzia spaziale statunitense, l’ha definita un’ottima opportunità di business. A fargli eco, Robyn Gatens, responsabile dell'agenzia che si occupa della Stazione, il quale ha spiegato che la Nasa autorizzerà massimo due missioni l’anno per alcuni astronauti privati, per missioni brevi di massimo trenta giorni, che non potranno però comprendere passeggiate nello spazio.

Cosa potranno fare verrà deciso di volta in volta.

Lo scopo di questo progetto è commercializzare sempre di più la Stazione Spaziale per ridurre i costi che la Nasa deve sostenere ogni anno.

Il sogno della Stazione è quello di riuscire a costruire un vero ecosistema fatto di imprese in orbita attorno alle Terra che possano produrre e sperimentare. Le aziende, infatti, potranno proporre nuovi progetti e attività di ricerca.

Il turismo spaziale sarà “expensive cost”

Sta nascendo così il nuovo “turismo per ricchi [VIDEO]”: viaggi nello spazio che costeranno 50 milioni di dollari a persona, per compiere missioni per un massimo di trenta giorni.

I viaggiatori, che la Nasa preferisce chiamare “astronauti privati”, possono provenire da qualsiasi paese, ma potranno essere trasferiti obbligatoriamente solo con veicoli spaziali prodotti dalle due società americane, SpaceX e Boeing e saranno le due aziende a scegliere i loro clienti.

Il costo del biglietto non includerà l'alloggio, l'acqua e il cibo che, secondo il quotidiano Washington Post, costeranno circa 35.000 dollari al giorno, a persona. Nel costo sarà invece già inclusa la possibilità di comunicare con la Terra.

A che punto siamo

Le due navicelle americane non sono ancora pronte, teoricamente però saranno in grado di volare dalla fine del 2019, ma l'orario esatto dipenderà da alcuni test, di conseguenza i viaggi privati ​​inizieranno nel 2020 solo se tutto filerà liscio come previsto.

L'ISS non è di proprietà della NASA, poiché è stata costruita in collaborazione con la Russia nel 1998, ma gli Stati Uniti ne hanno finanziato e controllato gran parte.

Questo che sta per nascere non è il primo caso di “turismo spaziale”: già nel 2001 l'imprenditore americano Denit Tito aveva visitato la ISS dopo aver ricevuto 20 milioni di dollari dalla Russia e dopo di lui ne sono seguiti altri, come il canadese Guy Lalberte, fondatore del Cirque de Soleil.

Dal 2011 è toccato poi alla Russia con i missili Soyuz che col tempo sono diventati l'unico "taxi" per trasportare persone verso la ISS e che fino ad oggi sono state esclusivamente astronauti e cosmonauti russi.

Anche la Russia comunque prevede di intraprendere i voli turistici verso la fine del 2021.