La sonda spaziale Rosetta - lanciata il 2 marzo 2004 dall'ESA (Agenzia Spaziale Europea) per raggiungere e studiare la Cometa del Sistema Solare 67P/Churyumov-Gerasimenko, con sistema orbitale di 6,5 anni terrestri - porterà a termine la sua missione quando approderà sull'asteroide per posarsi sul suo lobo minore.

La Sonda deve il suo nome alla celebre Stele rinvenuta nella omonima città Egiziana, (l'araba Rashid), grazie al militare napoleonico Pierre-Francois Bouchard, nel 1799. Essa consentì all'archeologo Jean Francois Champollion la decodifica della lingua Egizia attraverso lo studio dell'iscrizione presente sulla stessa in tre differenti scritture: Geroglifica, Demotica e Greca.

Nell'intenzione degli studiosi compito della sonda Rosetta, analogamente, è quello di fare da trait d'union tra i meteoriti, che gli astronomi possono studiare dalla Terra, e il Sistema Solare.La sonda, come del resto la Stele, rappresenta un mezzo per assurgere alla conoscenza superando le distanze temporali (come nel caso della Stele) e quelle spaziali (come per la sonda).Ad oggi Rosetta ha inviato un'infinità di dati e centinaia di foto che, dal 4 novembre 2014, sono fruibili da tutti con licenza Creative Commons per una precisa e responsabile scelta dell'ESA.

Una delle scoperte più interessanti della missione relativa alla struttura della 67P

La sonda è dotata di un sofisticato sistema di fotocamere, Osiris, per la trasmissione delle immagini.Esso è composto da due camere con differenti aperture angolari.

La prima è pensata per immortalare la mappatura della superficie del nucleo del corpo celeste, mentre la seconda, a grandangolo, è adibita al rilevamento dei gas e della polvere cosmica più prossima alla cometa.

Grazie alle immagini inviate da Osiris gli scienziati hanno constatato che la 67P è un asteroide binario a contatto, ossia formato da due corpi distinti, ma omogenei, in passato soggetti ad un legame satellitare (come quello che lega la Luna alla Terra), in cui la decadenza dell'orbita ha causato il loro contatto, generando un unico corpo.

Le immagini catturate da Osiris, infatti, mostrano che la cometa è composta da due lobi collegati da una sorta di strozzatura, caratteristica precipua delle comete binarie a contatto.

La scomparsa del lander Philae e il suo recente ritrovamento

La missione Rosetta constava all'origine di due distinti elementi: la sonda madre (Rosetta) e il lander Philae (navicella spaziale da atterraggio), che aveva il compito di studiare, in loco, il nucleo del corpo celeste attraverso prelievi di materiale.Il 12 novembre 2014 Philae, dopo 10 anni di viaggio, è atterrato maldestramente sull'asteroide, rimbalzando per ben quattro volte.Dopo aver perforato il nucleo, le sue batterie si sono scaricate con la conseguente attivazione della condizione in modalità di attesa.

Dal mese di gennaio del 2015 non ha più inviato segnali di operatività tanto che gli scienziati dell'ESA ne avevano decretato "la morte" causata, probabilmente, dal calo di temperatura.La soglia di funzionamento del Philae, infatti, si attesta intorno ai -51°, temperatura limite raggiunta dalla strumentazione quando è alla distanza di 300 milioni di km dal Sole.

Il 14 giugno 2015, con grande sorpresa degli scienziati, dopo sette mesi di ibernazione, la navicella ha ripreso la sua attività inviando sulla Terra più di 300 pacchetti di dati, per una durata di 85 secondi.

Da quel momento ha interrotto definitivamente i contatti fino a quando, il 4 settembre scorso, a ridosso della data conclusiva della missione, Rosetta ha comunicato il ritrovamento del lander, rilevato in un crepaccio dell'asteroide, non lontano dalla zona di Algikia, il luogo del suo atterraggio.I componenti del team Osiris, i primi a vedere le immagini, ne hanno dato subito notizia, manifestando tutta la loro gioia.

Gli scienziati sperano adesso nel recupero delle informazioni raccolte da Philae che potrebbero mostrare i misteri della composizione della cometa.