Il progetto è stato elaborato da WWF, in partnership con Comune di Milano, Cooperativa Eliante e Rete ferroviaria italiana, con il supporto finanziario di Fondazione Cariplo. Lo studio di fattibilità è stato presentato ai cittadini milanesi alla presenza dell’Assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura del comune di Milano, Pierfrancesco Maran. Le indagini fatte sul campo hanno dimostrato che è possibile creare un’area innovativa di rigenerazione urbana attorno agli scali ferroviari, un corridoio ecologico che scorra lungo i binari dismessi della ferrovia.

Esempi vincenti all’estero

Il progetto “Rotaie Verdi” si avvale di modelli simili già presenti a livello europeo e mondiale. A Parigi c’è la Promenade Plantèe, una lunga area verde (4,5 km) adibita a passeggio, realizzata lungo un’antica linea ferroviaria. Oltre oceano, il prototipo è quello dell’High Line di New York, un luogo molto amato e frequentato in città fin dall’anno della sua realizzazione, il 1999.

“Rotaie Verdi” vuole creare un corridoio ecologico che dia spazio alle specie vegetali e animali del luogo. Esperti naturalisti hanno campionato 368 specie vegetali presenti nella zona (l’81% del totale delle specie che si trovano in città). Numerosi sono anche gli invertebrati: 64 tra specie e sottospecie.

Tra gli animali trovati nell’area ci sono molti insetti, il rospo smeraldino, uccelli e rapaci migratori. Questo corridoio permetterebbe alla fauna di muoversi e di riprodursi senza ostacoli, garantendo alla zona un alto indice di biodiversità.

Alla presentazione del progetto hanno partecipato Paola Brambilla, delegata regionale WWF Italia, Marina Trenetin e Guido Trivellini per la Cooperativa Eliante, Paolo Siccardi per fondazione Cariplo e Carlo De Vito, amministratore delegato di FS Sistemi urbani.

Antonio Longo del Dipartimento di Architettura e studi urbani del Politecnico di Milano, ha concluso l’incontro: “È un progetto che indica una linea di lavoro che può essere replicata in altri rilevati ferroviari, che permette di riscoprire la natura facendola diventare il motore di un progetto urbanistico".