Con il tristissimo pareggio a reti inviolate di ieri pomeriggio contro il Genoa, Montella ha oramai i minuti contati. L'allenatore campano, fischiato insieme alla squadra dal pubblico e ridicolizzato dall'ex presidente Silvio Berlusconi ha perso la bussola e quasi certamente, salvo partita di sostanza nel turno infrasettimanale con il Chievo Verona e nel big match contro la Juventus, potrebbe essere esonerato. Il destino dunque è segnato ed all'interno della società si sta valutando chi potrà portare benefici e risollevare una squadra valida ma allo sbando.

La prima domanda: per colpa di chi?

Dal 2011, anno dell'ultimo scudetto rossonero targato Massimiliano Allegri e Zlatan Ibrahimovic, al termine delle gare casalinghe i tifosi milanisti ripetono ossessivamente la famosissima canzone scritta da Zucchero Fornaciari percuotendosi il petto. A questo amaro ritornello si possono dare tre risposte:

1. Il primo colpevole è la campagna acquisti estiva; individualmente i nuovi arrivati sono di una spanna sopra ai calciatori presenti in rosa nell'anno precedente ma la confusione tattica e la poca duttilità di alcuni porta a prestazioni oscene di squadra.

2. Un Bonucci formato Juve di Del Neri; il leader carismatico della nazionale pascola sul prato di San Siro senza una meta: nessuna diagonale, errori di marcatura e nessun gol realizzato.

3. L'arroganza di Fassone e Mirabelli; il duo dirigenziale durante il mercato ha millantato le proprie capacità ogni giorno, aumentando le aspettative dei tifosi e mettendo pressione al coach, al quale ossessivamente si è fatto notare di dover arrivare al quarto posto in questa stagione, dimenticandosi però che il Milan non gioca contro nessuno ma ha almeno 5 contendenti di assoluto valore per l'agognato ingresso in Champions.

Calcio totale a Milanello?

Suggestiva l'ipotesi che sta girando nel web: un allenatore "orange" sulla panchina del Milan. In lizza ci sono: Seedorf, De Boer e Rijkaard; tutti e tre, seguaci di Van Gaal e del suo 4-3-3 costituito da possesso palla veloce, pressing asfissiante ed esaltazione della collettività. Filosofia di "giuoco" cucita addosso ai diavoli, i quali si sono sempre contraddistinti del vincere e convincere come se il calcio fosse una nobile arte figurativa.

Il ritorno di Mazzarri al Meazza?

Altro nome che circola da qualche giorno tra i social network ed i salotti televisivi è quello del mister toscano Walter Mazzarri. Il suo 3-5-2 sarebbe idoneo e continuativo con il percorso iniziato dall'areoplanino ma in antitesi con lo spessore del club e con le idee di calcio di alcuni consulenti sportivi legati al pianeta rossonero, uno su tutti: Arrigo Sacchi.