Il parroco della chiesa Maria Santissima Assunta di Palermo, Don Roberto Erice, è stato condannato a 6 anni e 4 mesi di reclusione per violenze su minori.L'arresto è scattato a febbraio di quest'anno, dopo più di un anno di indagini, ma la decisione della carcerazione è avvenuta solo dopo quattro mesi dall'interrogatorio di garanzia, dove il prete avrebbe confessato le sue colpe, ottenendo così il rito abbreviato, confidandoin una riduzione di un terzo della pena come prevede la legge. Il Giudice però non è stato così clemente, e ha addirittura aumentato la condanna di 16 mesi rispetto a quella di 5 anni richiesta dal pm, nonostante l'imputato abbia dichiarato di aver esposto i fatti alla Curia ancora nel 2014 e di sentire un profondo disagio per l'accaduto, dovuto a quella che descrive come una patologia.

Cosa è successo nel 2014

Gli abusi sono iniziati nell'estate del 2014 durante un pellegrinaggio a Medjugorje, che il prete si sarebbe offerto di pagare ai due ragazzi, per poi proseguire nei mesi successivi nell'abitazione dei fratelli. Don Roberto era un frequentatore abituale della casa in quanto amico di famiglia, ed è stato lì che la madre, che si è costituita come parte civile nel processo, ha scoperto gli abusi e, dopo essere riuscita ad ottenere una confessione dal parroco, lo ha denunciato. Durante una conversazione in chat l'uomo avrebbe ammesso di aver perso la bussola e di rendersi conto di aver ferito i ragazzi nell'animo, ma di non esserci finito a letto. Inoltre durante il corso delle indagini sarebbe anche emerso un terzo ragazzo, all'epoca dei fatti minorenne, che ha confessato in fase di interrogatorio di aver subito violenze dallo stesso Erice.

Come è intervenuta la Curia

Nel novembre del 2014, dopo essere venuto a conoscenza della denuncia di violenze sessuali su minori a suo carico, il parroco si sarebbe autodenunciato alla Curia per ricevere l'aiuto necessario per superare il profondo disagio interiore che stava provando. Il Vescovo ha così avviato un procedimento penale canonico ed una sospensione a divinis, vietando di fatto a Don Erice l'amministrazione dei sacramenti, facendolo poi trasferire a Roma in una struttura per sacerdoti con problemi per poter ricevere le cure necessarie e dalla quale il 2 febbraio del 2016 è stato prelevato dalla polizia.