Una delle figure più importanti del settore sanitario è quella dell'Infermiere Professionale, ritenuta di fondamentale necessità per l’assistenza delle persone bisognose di cure; questo perché a conoscenza delle essenziali competenze da mettere al servizio delle persone: malati, disabili, operati, nascituri ecc. Nonostante il suo ‘supporto’ risulti indispensabile, l’Ipasvi (Infermieri professionali, assistenti sanitari e vigilatrici di infanzia), ente che rappresenta tutta la categoria infermieristica dedita all’assistenza, denuncia la mancanza di organico in Italia per un numero che sfiora le 50 mila unità.
Ma allora, chi è che presta la propria ‘missione umanitaria’ all’elevato numero di pazienti che sono ricoverati negli ospedali, nelle cliniche e nelle migliaia di centri per l’assistenza del nostro Paese?
Mancanza di personale, perché?
Una bella domanda quella cui ci apprestiamo a dare risposta, o quantomeno a provarci, analizzando le incognite che legirano intorno e i suoi infiniti perché. Nel 2014 l’Ipasvi ha compiuto, su ogni singola regione italiana, un resoconto numerico di questa forza lavoro, portando il risultato a confermare che le strutture sanitarie vanno avanti con figure infermieristiche fantasma; queste, in un modo o nell’altro, risultano funzionare spesso con gli stessi operatori che proseguono imperterriti, obbligati dalla propria professione, a lavorare su doppi turni per mandare avanti l’esercizio sanitario in cui sono assunti.
L’incresciosa mancanza di questi operatori dediti all’assistenza, sarebbe dovuta a un cambio generazionale assente, al mancato rinnovo del contratto, all'adeguamento Istat, ai tagli della spesa e ai blocchi del turnover che proprio nel 2014 hanno ridotto di 7.500 unità la forza lavoro, aggiungendo che in questo settore, gli operatori denunciano un forte stress dovuto all'eccessivo carico di lavoro.
I numeri ideali per l'assistenza al paziente
La mancanza d’infermieri professionali nelle strutture sanitarie, definiti simpaticamente dal settore, fantasma della sanità, riflette un disagio sociale non indifferente che si riversa sui lavoratori e sulle persone bisognose di cure e di assistenza; ma quali sono i parametri di riferimento fra assistente e assistiti in rapporto numerico?
Per rientrare nella corretta normativa e avere la giusta equiparazione tra infermieri e pazienti, la struttura sanitaria dovrebbe attenersi a impegnare un infermiere professionale ogni sei pazienti al fine di erogare un'assistenza adeguata; oltre questo numero non è garantito il corretto servizio assistenziale.
Purtroppo l’Ipasvi ha dovuto constatare la scandalosa situazione nazionale, che porta la Sanità italiana ad avere per ogni infermiere un numero doppio di pazienti. Alcune regioni meno fruttuose, perché soggette ai piani di rientro dei debiti causati dalla 'vecchia' sregolata Sanità italiana, si ritrovano ad avere nel proprio organico un infermiere ogni diciotto pazienti. Con questi numeri non si può far altro che prendere coscienza dell'impossibilità di erogare corrette prestazioni assistenziali e dei gravi rischi che corre l’incolumità del paziente.