Carolina Picchio era una 14enne di Novara,una ragazzina normale, come tante. Aveva i suoi sogni. Purtroppo un gruppo di bulli la prese di mira e, alla fine, la portò al suicidio. Era il 2013. Dopo 3 anni dalla morte di Carolina, il tribunale ha adottato la misura della messa in prova dei componenti del branco, 6 minorenni e un maggiorenne.

Il padre di Carolina riceve un nuovo dolore

Carolina, prima di togliersi la vita, era costantemente tormentatadal branco di bulli con messaggi, video e parole pesanti. A portarla al suicidio, però, fu un video pubblicato su Facebook che la ritraeva mentre dava di stomaco.

I balordi, infatti, la fecero ubriacare. Quel nauseante filmato venne visualizzato da moltissime persone nell'arco di poche ore. Carolina reagì male. Si sentì sola, oltraggiata, lesa nell'amor proprio e, alla fine, decise di lasciare questo mondo. Oggi il padre riceve un altro dolore: quel branco che portò Carolina al suicidio è stato messo in prova.

Non hanno mai chiesto scusa al padre della ragazza

Per Paolo Picchio, quei bulli dovrebbero girare per le scuole e dire agli studenti che il bullismo fa male sia alle vittime che a chi lo pratica. Il papà di Carolina vorrebbe che quei ragazzi che umiliarono la figlia diventassero strenui sostenitori dell'antibullismo. L'uomo, in cuor suo, è consapevole del fattoche ciò sarà molto difficile.

Nessuno dei bulli, in questi anni, gli ha inviato una missiva di scuse. Ciò, secondo lui, significa che nessuno si è ancora reso conto del male fatto alla figlia.

Il padre di Carolina Picchio non chiede pene esemplari per i membri del branco, in quanto non farebbero risorgere la ragazzina, ma desidererebbe che ci fosse coscienza dell'atteggiamento sbagliato.

Insomma, i ragazzi dovrebbero capire che gli atti di bullismo sono gravissimi.Carolina Picchio probabilmente si sentìmolto male quando visionòquel filmatosul web. Unvideo che incassò oltre mille views nell'arco di qualche minuto. Nel branco c'era anche il fidanzatino di Carolina: il giovane, l'anno scorso, ha fatto un tuffo in mare errato ed è rimasto paralizzato.