Un'accusa pesantissima verso l'amministrazione Obama. Arriva da una delle 'celebrità' della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Tulsi Gabbard. La deputata democratica hawaiana, ex veterana di guerra, è l'unica esponente del Congresso statunitense ad aver personalmente incontrato il presidente siriano Bashar al-Assad. Le sue critiche nei confronti di Barack Obama sono molto aspre, non è la prima volta che la Gabbard mette sul banco degli imputati l'ex presidente, pur essendo stata eletta nelle liste dello stesso partito. Il dito puntato ha come tema, ovviamente, la questione siriana.

Tulsi Gabbard ha definito "illegale" la guerra contro il governo di Damasco sostenuta in questi anni dal suo Paese. "L'amministrazione Obama ha appoggiato i terroristi", afferma senza mezzi termini.

L'incontro con Assad

L'incontro con Bashar al-Assad è avvenuto nel corso di una sua missione in Siria. "Incontrare Assad non era tra i miei programmi - dice la diretta interessata - ma nel momento in cui è stata prospettata questa possibilità, ho accettato. Penso che sia importante incontrare chiunque se questo può dare una mano e mettere fine ad una guerra che ha provocato e provoca tanta sofferenza ai siriani". Tulsi Gabbard non ha fornito dettagli circa il suo colloquio con il numero uno del governo di Damasco.

Il suo viaggio in Medio Oriente è iniziato dal Libano, successivamente si è spostata in Siria dove ha fatto tappa anche ad Aleppo. Ha parlato con tante persone, politici, leader religiosi, imprenditori ma anche studenti ed operatori umanitari. "Gente comune che mi ha descritto la sofferenza, il dolore in cui vive la Siria ma anche storie di speranza e coraggio".

Sui risultati dell'interventismo statunitense, la deputata democratica ha pochi dubbi. "Prima l'Iraq, poi la Libia, ora la Siria. Gli Stati Uniti hanno fatto guerre per cambiare i governi, causando sofferenze e perdite disastrose di vite umane, oltre a causare il rafforzamento dell'Islam radicale, di gruppi come Al Qaeda ed Isis".

Da Sanders a Trump

Tulsi Gabbard ha 35 anni, ha iniziato la carriera politica quando era molto giovane, nel 2002, ma subito dopo si è arruolata nella Guardia Nazionale ed ha prestato servizio in Iraq e Kuwait. La sua elezione al Congresso è avvenuta nel 2012, insieme a Tammy Duckworth è stata la prima donna veterana di guerra a diventare deputata. Le sue posizioni progressiste l'hanno avvicinata a Bernie Sanders, candidato presidente alle primarie del Partito Democratico sconfitto poi da Hillary Clinton. Tulsi è stata la prima donna "superdelegato" a sostenere la candidatura alla Casa Bianca del senatore del Vermont. Le sue posizioni di rottura nei confronti della precedente amministrazione potrebbero ora avvicinarla a Donald Trump.

In realtà un incontro con l'attuale presidente degli Stati Uniti c'era stato alla fine dello scorso mese di novembre ed il nome di Tulsi Gabbard, alla luce della sua esperienza internazionale, era stato accostato al ruolo di nuova ambasciatrice americana presso le Nazioni Unite, incarico che poi Trump ha affidato a Nikky Haley. Il polverone mediatico sollevato dalle sue recenti dichiarazioni sembra però avere un preciso scopo politico e non è un caso che ciò accada a pochi giorni dall'insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca. Per la prima volta un deputato americano parla della guerra in Siria e non si scaglia contro il governo di Damasco ma attribuisce le colpe alla politica estera dell'amministrazione Obama, sostenendo senza mezzi termini che "l'appoggio ai miliziani jihadisti in Siria deve finire". Si tratta, a conti fatti, di un ulteriore dimostrazione dell'annunciato cambio di rotta di Washington sulla Siria e, probabilmente, sull'intero Medio Oriente.