Il mondo è stravolto dalla mente malata dell'ideatore di un nuovo gioco, il quale non mostra alcun pentimento per aver istigato alla morte le sue vittime. "Ci sono le persone e ci sono gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici. Quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società. Quegli adolescenti erano felici di morire. Per la prima volta avevo dato loro tutto quello che non hanno mai avuto nelle loro vite, ossia calore e comprensione". Queste sono state le parole pronunciate dallo studente russo di psicologia, rinchiuso in una prigione di San Pietroburgo per aver ideato Blue Whale.

Solo in Russia, il gioco ha mietuto oltre 150 vittime, dopodiché si è esteso in Brasile e in Europa, fino ad arrivare anche in Italia. Le vittime prescelte sono dei ragazzini dai 9 ai 17 anni con problemi psicologici e familiari che si addentrano nell'insidioso mondo virtuale, lontani dalla visione di un adulto. La procedura è semplice: vengono contattati attraverso i social network (in Russia va di moda VK, simile al nostro FB) e gli vengono illustrate delle regole assurde.

La regola base da rispettare è non dire nulla ai propri genitori e non farsi scoprire da terzi. Il gioco dura 50 giorni, nel corso dei quali bisogna affrontare delle sfide estreme, come l'autolesione: la prima richiesta consiste nell'incidere con un rasoio la scritta F57 sulla mano, dopodiché si arriva a quella che prevede il taglio del labbro e l'incisione, sul braccio, del disegno di una balena.

Infine l'ultima prova spinge al suicidio, gettandosi da un palazzo. Non a caso è stato scelto come simbolo una balena, poiché questo mammifero tende a "suicidarsi" arenandosi sulle spiagge.

Le varie tappe del drammatico gioco vengono riprese da altri partecipanti che ne sono a conoscenza, i quali hanno il compito di pubblicare i video.

Le persone che stanno dietro questi orrori si chiamano "Curatori". A Livorno, a febbraio, un ragazzino si è lanciato dal dodicesimo piano, e si presume che sia stata una delle tante vittime di Blue Whale. Dunque, è un fenomeno che non bisogna sottovalutare.

Pink Whale e l'intervento dei genitori

La piattaforma Pink Whale è stata creata allo scopo di fronteggiare il pericoloso gioco.

Si tratta di una serie di sfide con un meccanismo simile a quello di Blue Whale, ma con l'obiettivo opposto. Il messaggio è: "Diffondi il bene!". Le sfide proposte sono semplici, e non mettono a rischio la vita degli utenti social. Esse consistono, per esempio, nell'abbracciare chi soffre, chi è vittima di bullismo o cyberbullismo, nell'elogiare coloro che hanno affrontato le avversità della vita con il sorriso, ecc.

Purtroppo il pericolo è sempre dietro l'angolo, e ciò è testimoniato dal fatto che Philipp riceva, tuttora, delle lettere d'amore dalle ragazzine che ha adescato. Con la piattaforma Pink Whale, si sta cercando di ridurre il numero delle vittime, ma in tutto ciò è fondamentale l'intervento dei genitori.

Questi, qualora dovessero notare delle ferite sul corpo dei figli, sono chiamati ad indagare per scoprirne la causa. Molti non sono a conoscenza di questo gioco e, per questo motivo, hanno l'obbligo di essere costantemente vigili, soprattutto quando i figli si addentrano nell'insidioso mondo di internet. Un click in meno potrebbe salvare la loro vita.