Marcus Volke ha ucciso orribilmente la moglie transessuale nel 2014, facendola a pezzi e cucinando un brodo con alcune parti del suo cadavere. La storia agghiacciante risale al 2014, ma oggi spunta l'audio di una telefonata shock che ha inchiodato il 28enne australiano alle sue responsabilità. Volke ha tenuto da parte alcuni "pezzi" di sua moglie in frigorifero e chi è entrato in quella casa dopo l'efferato omicidio ha scoperto qualcosa di veramente inquietante e raccapricciante.
Uccisa e cucinata, la fine orribile della moglie transgender
Marcus Volke ha ucciso sua moglie nel 2014.
L'ha fatta a pezzi e ha selezionato le parti del suo corpo utili a cucinare un brodo, poi ha telefonato all'elettricista, come se nulla fosse. La giovane transessuale si chiamava Mayang Prasetyo, e aveva origini indonesiane. Il matrimonio con il suo assassino si era tenuto nel 2013, un anno prima dell'orrendo omicidio. Dopo il folle gesto, Volke si è tolto la vita, ma non prima di lasciare una traccia indelebile della sua colpevolezza agli inquirenti, alle prese con indagini difficili per risalire all'esatta dinamica degli eventi.
La telefonata di Marcus Volke
Negli istanti successivi all'omicidio, Marcus Volke ha telefonato a una servizio di riparazioni elettriche H24, per ricevere assistenza in merito a un "problema domestico".
L'uomo, come si evince dalla registrazione della conversazione con il tecnico Brad Coyne, ha chiesto aiuto perché la pentola in cui stava cucinando il brodo si era rovesciata sul fornello elettrico, provocando un corto circuito. Questo è il punto di svolta per gli investigatori: la firma di Volke sul barbaro omicidio della moglie transgender.
L'arrivo del tecnico nella casa dell'orrore
Coyne si è diretto a casa di Volke, che risiedeva in un appartamento di Brisbane (Australia). L'odore nauseabondo che ha accolto l'elettricista ha trovato una pronta giustificazione nelle parole dello spietato assassino: era causato, a suo dire, dalle parti di maiale usate per il brodo.
In casa, però, Coyne ha colto alcuni inquietanti segnali che lo hanno indotto a sospettare che vi fosse qualcosa di più di un semplice incidente di cucina. Lo chef Volke, che aveva conosciuto sua moglie in una nave da crociera, si sarebbe tolto la vita con un profondo taglio alla gola di lì a poche ore, dopo aver compiuto l'orribile uxoricidio.
L'arrivo della polizia
Il tecnico elettricista, non del tutto convinto dalla presenza inaspettata di candeggina, guanti in gomma, sacchi di spazzatura e strani odori, ha allertato il portiere del palazzo di Volke, il quale ha successivamente contattato la polizia. Quando gli agenti hanno bussato alla porta del 28enne, l'uomo ha chiesto di attendere per poter legare i suoi cani.
Ma il suo piano ha seguito un corso differente: si è ferito a morte alla gola, morendo dissanguato in un cassonetto in cui si era gettato poco prima che gli agenti facessero irruzione nell'appartamento.
Quello che le forze di polizia hanno trovato è rimasto nella storia del crimine australiano come una delle scene più crude e atroci mai registrate: dentro la casa di Volke, un vero spettacolo da cinema splatter. Resti umani in frigorifero, nell'armadietto del bagno, in lavanderia, e i piedi di Mayang dentro la pentola in cucina.