La vita di un ragazzo di Pinerolo, sulla strada che porta al bellissimo Forte di Fenestrelle, era fatta di tante camminate e di un amore sconsiderato per la natura. Da grande è diventato panettiere, e insieme alla moglie Angelica hanno conservato e coltivato la passione per il trekking. Un giorno però, in seguito ad una emorragia interna e il conseguente ricovero in ospedale, i medici hanno comunicato a Mauro Beccaria che il destino gli aveva riversato un brutto male, come si suol dire. Emangioendotelioma all’addome, un tumore vascolare raro. Era l'estate del 2012, e alla fine di un primo ciclo di chemioterapia, il male si prende una pausa.

L'entusiasmo di Mauro e Angelica li porta in Trentino. Un altro ciclo di terapia seguita da una mini vacanza in Ungheria. Dopo la terza chemio, la svolta. Mauro può riprendere il trekking, e si regala una camminata di 15 chilometri in Liguria. Poi un'altra, e un'altra ancora, finché i medici gli propongono un mantenimento delle cure attraverso l'assunzione di alcune pillole dei controversi effetti collaterali. La risposta di Mauro? E' andato in India, a camminare.

'Forse sono stato un po' incosciente'

Il viaggio rigenerante, nel vero senso della parola, era stato studiato e in parte condiviso anche dai medici. Mauro li teneva al corrente spesso, e alla fine del lungo viaggio durato cinque settimane, aveva realizzato che la cancro si era fermata, e anche scoperto una nuova forza interiore.

Finita? Era appena iniziata. Mauro Beccaria ci aveva preso gusto; due volte il giro d'Italia, Francia, Spagna, il vulcani giapponesi, Etiopia, Nuova Zelanda, Bolivia, Nepal. E anche due maxi scalate, una da 6mila metri fino alla cima del Kilimangiaro, e una seconda da 7mila per visitare la sommità dell'Aconcagua, il monte più alto delle Americhe.

'La paura è il nostro peggior nemico'

Mauro si considera un ragazzo fortunato, e confessa di aver visto moltissime persone andare in depressione, quasi arrese, dopo le sedute di chemio. Lui invece, ha puntato ai Viaggi, a vivere, e ha funzionato. Dopo i primi viaggi, ricorda emozionato, i dottori avevano fatto 'il callo', e quando tornava in ospedale per i dovuti controlli, si congedavano con un felice 'Buon viaggio' e la richiesta quasi obbligatoria di alcune fotografie.

In tutto, ha visitato 25 paesi, camminato per oltre 6mila chilometri, e da tutti viaggi a tratto nuovi insegnamenti. Ora riposo? Macché, si prepara per andare in Israele.