Un protocollo d'intesa sulla "prevenzione dell'uso di droga e alcol" tra i giovani, soprattutto in età scolare, è stato firmato da Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, e Valeria Fedeli, ministra dell'Istruzione, per un'azione congiunta finalizzata all'attuazione di politiche efficaci, in maniera sinergica. Previsti piani e programmi educativi destinati a studenti, docenti e genitori, supportati da un'adeguata campagna di comunicazione. Le attività di formazione saranno effettuate da operatori qualificati e accreditati.

Ampia la serie d'interventi, per una spesa di circa 3 milioni di euro in tre anni.

Contrasto a 'vere e proprie forme di schiavitù'

L'uso di droga e alcol fra i giovani è sempre più diffuso. "Una piaga che può compromettere la crescita e lo sviluppo dei ragazzi", spiega la sottosegretaria Boschi, in un documento diffuso dal sito internet del Governo. L'accordo siglato rappresenta "un passo avanti" nell'ambito della prevenzione, per combattere "vere e proprie forme di schiavitù". Fondamentale diventa, in tale contesto, partire dell'educazione a scuola.

Intercettare i momenti di 'debolezza'

Secondo la ministra Fedeli si tratta di una "scelta" per "stare accanto" ai giovani, per intercettare i loro momenti di "debolezza" e "difficoltà" ed evitare dipendenze deleterie per "i processi di socializzazione" e, più in generale, "per la crescita".

Situazioni che possono incidere in modo negativo sull'apprendimento, sulla qualità della formazione personale, nonché sulla capacità "di realizzare progetti di vita", sottolinea la ministra nella pagina web della Presidenza del Consiglio dei ministri. Gli studenti devono avere la possibilità di fruire degli strumenti necessari per la prevenzione delle dipendenze.

Per la ministra è importante che "la scuola diventi un'alleata" in tal senso, per conoscere i rischi e fare le scelte più opportune.

'Early detection'

Largamente condivisa la convinzione che l'uso di sostanze stupefacenti e alcoliche interferisca gravemente nella crescita e nell'armonico sviluppo psicofisico e sociale. Peraltro le indicazioni delle Nazioni unite invitano a impegnarsi nella cosiddetta "early detection", su azioni che consentano d'individuare in maniera tempestiva la comparsa di comportamenti a rischio.

Nel protocollo si evidenzia che famiglia e scuola "costituiscono gli ambienti principali" in cui attuare "incisive attività di prevenzione". Complessivamente dieci gli articoli che regolano l'intesa. Entro quindici giorni dalla sottoscrizione sarà costituito un "Comitato d'indirizzo, attuazione e monitoraggio". Nei quaranta giorni successivi alla costituzione, lo stesso comitato elaborerà un "Piano di lavoro", con una scheda tecnica preliminare contenente le azioni da portare a termine, l'apporto delle risorse da impiegare e i soggetti da coinvolgere.

La Relazione annuale sulle tossicodipendenze

Dalla Relazione annuale al Parlamento, 2017, sullo stato delle tossicodipendenze in Italia si apprende "l'ingresso di un numero crescente di nuove sostanze psicoattive, che per loro stessa natura hanno una vita sul mercato relativamente breve", che sono "sostituite in tempi rapidissimi da nuovi ritrovati".

In termini di quantità, "la cannabis rappresenta la quota più ampia del mercato nazionale delle sostanze illecite". L'importazione di tale droga da diversi Paesi e l'aumento della produzione interna rappresentano una "notevole sfida" per l'attività di contrasto. I quantitativi sequestrati costituiscono il 90 per cento del totale dei sequestri. Le segnalazioni per detenzione di cannabis, per uso personale, hanno raggiunto l'80 per cento del numero complessivo. Dato in aumento rispetto agli anni scorsi.