Lo scorso 13 novembre una dottoressa di Bari denunciò alle pubbliche autorità la violenza subìta da un uomo, che ancora la perseguitava, avvenuta nel 2016. La donna ha raccontato che l'anno scorso, durante l'orario di servizio, è stata assalita da un uomo che l'ha stuprata all'interno della stanza delle visite; a seguito di questa dichiarazione l'uomo è stato tratto in arresto.

La scarcerazione per motivi burocratici

La dottoressa barese ha denunciato il fatto solo quest'anno, probabilmente perché ancora infastidita e perseguitata dall'uomo che l'ha continuata a seguire nonostante avesse cambiato città.

Subito dopo la deposizione della denuncia l'uomo è stato tratto in arresto, il 13 Novembre scorso, con l'accusa di violenza e stalking. L'avvocato difensore dell'uomo però si è appellato al tribunale del Riesame chiedendone la scarcerazione in quanto la denuncia è stata presentata tardivamente. Il giudice del tribunale così ha riesaminato il caso e ha appurato che la donna ha effettivamente presentato in ritardo l'esposto, 9 mesi dopo rispetto ai 6 previsti; così l'uomo è stato scarcerato facendo decadere l'accusa di violenza ma mantenendo quella di stalking. Maurizio Zecca, 51enne, ora si trova agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico; il giudice che lo ha scarcerato ha dichiarato che "seppure i fatti denunciati posso essere valutati come reali" la querela andava sottoposta entro 6 mesi, rendendo così il reato improcedibile.

Sono stati fatti diversi servizi televisivi su questa storia e la donna ha spiegato di non aver denunciato prima perché provava vergogna e sperava che cambiando città avrebbe risolto il problema con il suo stalker. Così non è stato, l'uomo l'ha rintracciata e ha continuato a perseguitarla, da qui il coraggio di denunciarlo ma sfortunatamente troppo tardi.

Le minacce di morte

L'uomo è stato ritenuto colpevole di stalking, visto che le prove della persecuzione ci sono: pedinamenti, chiamate, sms minatori e minacce di morte. Il reato di violenza, però, è perseguibile solo su querela di parte, ovvero se la vittima denuncia il suo aggressore entro un certo periodo di tempo: in questo caso 6 mesi.

Il ritardo nella presentazione della querela ha fatto sì che il difensore dell'uomo potesse facilmente richiederne la scarcerazione, così è stato e Maurizio Zecca, nonostante sia colpevole, non è più imputabile.