Quella irrefrenabile tentazione di mollare una sculacciata alla collega d’ufficio, anche a costo di finire in Tribunale, è arrivata in queste ore agli onori della cronaca grazie ad una sentenza, che, se non promuove e non incoraggia molto la "bischerata", di certo ne farebbe una pratica persino goliardica, a talune condizioni.

La sculacciata, infatti, ha trovato il suo giudice. L’ha trovato a vicenza, città evidentemente più goliardica di quanto possiamo immaginare. Nell’aula del tribunale vicentino, riferisce la testata locale “Il Giornale di Vicenza”, un gip ha archiviato un’inchiesta a carico di un dirigente trentottenne di una ditta commerciale che aveva allungato le mani verso il lato B della collega quarantenne per ben tre volte e sempre davanti alla platea (immaginiamo forse anche un pò divertita) dei suoi colleghi di ufficio.E ciò sarebbe accaduto anche per tre volte.

Il dirigente ha chiesto scusa, ma non è bastato per evitare la denuncia per molestie. In tempi di titoloni sulle molestie sessuali di illustri peronaggi, anche a Vicenza tutti si aspettavano una severa reprimenda del giudice, ed anche qualcosa di più in sede di giudizio penale, nei riguardi delle pacche sul sedere sul posto di lavoro, invece l’inchiesta è stata derubricata, con motivazioni ben illustrate.

Una goliardata e niente di più

Una goliardata, solo una goliardata e niente di più: è in sintesi la considerazione intorno a quella che molti avevano considerato una molestia. Sbagliano. Va considerata piuttosto quasi come un amichevole e bonario invito, di un dirigente scrupoloso, rivolto alla collega, affinchè sia più veloce in ufficio nell'accelerare una pratica che attende da tempo dentro un cassetto.

Insomma, in quell’ufficio non sarebbe accaduto niente di più di ciò che avviene tra giocatrici di pallavolo, che si scambiano leggere pacche proprio lì per sostenersi durante la gara. Non c’era morbosità per il giudice in quella espressione di incoraggiamento, che tra l’altro il dirigente finito sotto accusa distribuiva equamente a tutti in ufficio, stando a quanto riportato dalle cronache pubblicate da diversi cronisti che hanno seguito la vicenda.

Avrebbe pertanto esagerato la vittima a considerare quelle pacche delle umiliazioni arrivate da un suo diretto superiore e dunque ancor più mortificanti.

Una sentenza che potrebbe creare un precedente ?

La sentenza non è certamente una burla e potrebbe creare un precedente, se non a fare scuola. Ma nessuno si illuda che potrà sempre essere assolto, se allunga le mani e molla una sonora pacca alla collega che passa tra le scrivanie.

Evidentemente il Gip ha considerato il contesto, le testimonianze e tanto altro per arrivare a questa singolare decisione che ha portato all’archiviazione della denuncia. Comunque, la vicenda della sculacciata vicentina non è finita qui perché il presunto reato, che nel frattempo è stato depenalizzato, rimane perseguibile nel civile. Il modo con cui quindi la signora veniva invitata a sveltire il suo lavoro potrebbe presto venire sanzionato in sede civile. Se non c’è violenza e molestia, rimane tutta la sconvenienza del gesto in ufficio.