Ogni giorno una nuova testimonianza, una rivelazione da parte di una vittima che riesce finalmente a rompere il muro della vergogna e della paura. Lo scandalo delle molestie sessuali negli Stati Uniti va ampliandosi sempre più coinvolgendo ambiti diversi. Solo poche ore fa sono venute alla luce, grazie ad un’inchiesta del New York Times, le accuse di numerosi modelli ed assistenti ai celebri fotografi Mario Testino e Bruce Weber, colpevoli a loro dire di diversi abusi a sfondo omosessuale nel corso della loro lunga carriera. Adesso si torna a parlare di violenze nel mondo dello sport con la rivelazione inattesa di una grande campionessa olimpica, Simone Biles, ginnasta vincitrice di quattro ori ed un bronzo alle olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016.

Il processo a Larry Massar

L’olimpionica ha rivelato su twitter di essere una delle vittime di Larry Massar, ex medico sportivo della nazionale, condannato a 60 anni di reclusione per abusi su più di un centinaio di atlete nel corso della sua ventennale carriera con la squadra Usa delle ginnaste e presso la Michigan State University. Nei mesi scorsi l’America intera aveva seguito con sconcerto il processo al dottore, che si era dichiarato colpevole di alcuni dei casi denunciati, ammettendo anche le molestie su sette ragazzine, tra cui anche una 13enne. In particolare aveva destato scalpore il fatto che Massar utilizzasse la scusa di compiere esami e trattamenti medici per palpare e penetrare con le dita le sue giovani vittime, a volte non fermandosi nemmeno quando i genitori delle ragazze erano presenti alle sedute.

La confessione di Simone Biles

Già nel dibattimento erano usciti i nomi di atlete celebri, come le olimpioniche Gabby Douglas, McKayla Maroney e Aly Raisman, ma non si era mai parlato di Simone Biles, beniamina del pubblico americano. Ora la ginnasta ventenne ha deciso di uscire allo scoperto con un tweet che utilizza l’ormai celebre hashtag #MeToo.

“Non temo più di raccontare la mia storia, anche io sono stata vittima di Larry Massar – spiega l’atleta – per troppo tempo mi sono domandata se all’epoca degli abusi fossi stata troppo ingenua, se fosse stata colpa mia, ma la risposta ormai mi è chiara, non sono responsabile di nulla e non voglio portarmi dietro nessun senso di colpa”.

La campionessa, che si sta preparando alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, chiede a tutti di rispettare la sua riservatezza sull’argomento ed aggiunge che tornerà ad allenarsi nel centro sportivo in cui le molestie sono state compiute in passato, perché vuole lasciarsi alle spalle quello che è successo, per non permettere che un singolo uomo – aiutato da tutti coloro che per molto tempo gli hanno consentito di continuare a fare del male – le tolga la gioia di gareggiare nella disciplina sportiva che ama e che le ha regalato tante soddisfazioni.