Con un tempismo quasi perfetto (considerati gli ultimi sviluppi sulle note vicende del sindaco di Roma Ignazio Marino) esce al Cinema “Suburra”, il film di Stefano Sollima che racconta la corruzione e la criminalità organizzata di Roma.A partire dal titolo, “Suburra”, che significa proprio sporcizia e immoralità, questo film è un intenso “instant movie” criminale di denuncia, che, nobilitato da un cast molto valido e da una buona regia, molto probabilmente si rivelerà come una delle pellicole più importanti della stagione.Il cast annovera, tra gli altri, i bravissimi Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola e Alessandro Borghi.

Un film crudo e, ahimè, attualissimo

La trama in soldoni: nella zona di Ostia si vuole realizzare un progetto di proporzioni enormi, una specie di Las Vegas romana.La “torta” di introiti economici da spartire è enorme e attira la criminalità a tutti i livelli, dalla manovalanza di quartiere ai corrotti parlamentari che devono assicurare le necessarie coperture politiche.Nel progetto criminale vengono coinvolti anche degli investitori stranieri e a mettere ordine in tutta questa losca convergenza di intenti viene messo il “samurai” (Claudio Amendola), che deve provvedere a risolvere ogni problema, a qualsiasi costo.

Una sorta di “Gomorra” in salsa romana

“Suburra” è un film fatto di personaggi loschi tipici di certi ambienti romani e di tutto il resto del Paese, e quindi non sorprenderà gli spettatori più di tanto.Il film, nonostante qualche pecca di sceneggiatura, ci restituisce senza esagerazioni tutto lo squallore quotidiano di una capitale e di un Paese ormai preda di una corruzione dilagante.

Questa pellicola di Stefano Sollima è apprezzabile anche perché riesce ad essere spietata e veritiera senza risultare moralista o giustizialista, senza aver la pretesa di dare lezioni o false speranze.In conclusione, si tratta di una buona opera di genere che si pone in maniera naturale e senza tema nel solco di famosi film di denuncia come “Gomorra” o, andando ancora più indietro, di molti stupendi capolavori di Francesco Rosi.