Il problema dei rifiuti, da sempre fortemente sentito in Italia, alle soglie del 2015 è ancora nel mirino della Corte Ue che condanna l'Italia a pagare una multa milionaria per non essersi adeguata alle direttive rifiuti sulle discariche. In Italia le discariche risultano essere ancora il sistema più diffuso per lo smaltimento dei rifiuti, per via dei limitati costi di gestione, pur essendo molto dannose per la salute pubblica e per il paesaggio. Le discariche presenti in Italia non conforme alla direttiva rifiuti, risultano essere 198, secondo una stima presentata dalla Commissione Europea nel 2014.

L'Italia condannata dalla Corte Ue

L'Italia ancora una volta condannata dalla Corte Ue, questa volta per non aver adempiuto alla sentenza della Corte di Giustizia del 2007, che obbligava l'Italia ad adeguarsi alla direttiva sui rifiuti delle discariche. Il mancato adempimento costa caro all'Italia, dovrà infatti, pagare una multa forfettaria di 40 milioni di euro e una penalità di 4,8 mln per ogni semestre di ritardo nell'attuazione delle misure di adeguamento.

La multa che l'Italia si vede infliggere risulta essere davvero onerosa, ben 40 milioni di euro, ciò frutto di un perdurato ritardo, che ha visto 7 anni di violazioni da parte dell'Italia della normativa europea sui rifiuti pericolosi e discariche.

Lo Stato italiano dovrà il prossimo anno mettere in bilancio anche quest'altra multa, ed aggiungere altri 42,8 milioni che l'Italia dovrebbe versare ogni semestre per la mancata applicazione della sentenza. Si sottrarrebbero però 200mila euro per ogni discarica regolarizzata, e 400mila euro per ogni discarica con rifiuti pericolosi messa a norma.

Le discariche: non garantiscono la salute dell'uomo e dell'ambiente

L'Italia ancora una volta sanzionata dalla Corte Ue, a causa della sua non messa in regola per perdurati ritardi, in questo caso specifico ben 7 anni, sperando che dopo questa sentenza, provveda quanto prima a mettere in sicurezza le discariche per garantire la salute dell'uomo e la protezione dell'Ambiente.