Sono giorni decisivi per quel che concerne il caso pensioni Quota 96 Scuola: il 15 giugno scadrà infatti la deadline concessa al governo Renzi per comunicare in che modo intenda reperire i fondi necessari a sbloccare la vertenza, ma nel frattempo si assisterà ad un’altra importante tappa per il contesto previdenziale.



Stiamo parlando del Cdm previsto per il 13 giugno, il cui odg (stracolmo di punti ed incentrato sulla riforma della PA) riduce praticamente a zero le chance che il caso Pensioni Quota 96 Scuola possa essere trattato; la riunione potrebbe comunque divenire importantissima per quello che ‘non’ verrà deciso, dato che a quanto pare la manovra sul prepensionamento statali non dovrebbe più essere considerata.





Cerchiamo allora di fare il punto della situazione tentando di delineare il trait d’union tra la manovra sul prepensionamento e il caso pensioni Quota 96 Scuola.

Pensioni Quota 96 Scuola, Cdm del 13 giugno sostanzialmente inutile



Come accennato in apertura, non esistono possibilità concrete che in occasione del Cdm del 13 giugno la vertenza dei Quota 96 della Scuola venga esaminata: la scarsa attenzione riservata alla vicenda in questi giorni (guarda caso dopo un’incredibile impennata di dichiarazioni e assunzioni di responsabilità pre voto per le Europee), in combinato al fitto odg, costituisce di fatti più di una prova, anche se è bene rammentare come l’esecutivo abbia comunque una sola settimana a disposizione per ottemperare a quanto previsto dall’ultima risoluzione depositata alla Camera (quella che prescrive il termine ultimo del 15 giugno).



Eppure il Cdm di giorno 13 giugno potrebbe comunque interessare il caso pensioni Quota 96 Scuola. Cerchiamo di capire il perché.

Pensioni Quota 96 Scuola, no al prepensionamento statali mossa strategica?



Nei mesi scorsi si è molto parlato della possibilità di prevedere, all’interno della riforma della PA, una corposa manovra incentrata sull’applicazione del prepensionamento ai lavoratori statali etichettati come esuberi, ma stando a quanto filtrato nelle ultime ore pare che la proposta non giungerà mai sul tavolo del Cdm.



Il motivo? L’intenzione di non creare ‘un precedente’, con numerosi esponenti (politici e giuslavoristi egualmente distribuiti) ad aver già sottolineato come una simile manovra non dovrebbe essere limitata al solo comparto statale quanto piuttosto estesa ad ogni altro settore lavorativo, privati compresi.



In molti avevano poi istituito un paragone tra la misura allo studio e il caso pensioni Quota 96, con gli esodati della Scuola giustamente inorriditi dalla possibilità che oltre 20.000 individui venissero potenzialmente avviati al prepensionamento laddove la propria vertenza (anch’essa incentrata sul ritiro dall’impiego) va avanti da anni senza apparenti sbocchi risolutivi.



Che il governo abbia davvero deciso di spedire in soffitta il provvedimento relativo al prepensionamento per non dare adito a possibili conflitti relativi ad altre vertenze previdenziali, in primis quella dei Quota 96 della Scuola?



Troppo presto per dirlo, dopo il Cdm se ne saprà di più. E Voi cosa ne pensate? Credete che un simile ragionamento possa essere stato fatto o ritenete che il possibile dietro front in merito alla manovra sul prepensionamento sia imputabile ad altri fattori? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!