Uno dei 'temi caldi' che fanno parte del programma politico di questo mese di agosto del governo è, senza dubbio, il decreto riguardante la Scuola, quello che, tra l'altro, dovrebbe contenere, finalmente, la normativa per l'accesso alla pensione dei 4000 insegnanti che sono rimasti 'vittime' delle incoerenze della riforma Fornero.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi è intervenuto a questo proposito nel nuovo talk show televisivo di Raitre, Millennium rilasciando delle dichiarazioni che non mancheranno di creare ulteriore malumore e forti reazioni.

A proposito dei 'quota 96', il premier ha affermato che 'i quattromila insegnanti hanno una legittima aspettativa, anche se non si può dire che sia un diritto: il problema - ha proseguito Renzi - non sono quei quattromila insegnanti che il lavoro ce l'hanno, ma i milioni di persone che non hanno un occupazione.'

Una frase che non piacerà affatto a tutti coloro che aspettano dal 2012 di andare in pensione e che potrebbe rappresentare un cattivo presagio: la sensazione è che si voglia 'preparare il terreno' per quella che potrebbe diventare l'ennesima illusione, svanita come le altre. 



Pensioni, quota 96, decreto scuola, ultime news: Matteo Renzi, fumata nera?

Si è parlato di fine agosto, di lavorare per quindici giorni o poco più e poi sarebbe arrivata la pensione entro la fine di ottobre e, invece, le 'profezie' renziane non sembrano promettere nulla di buono.

Non possiamo dar torto sul fatto che la disoccupazione in Italia ha raggiunto livelli da record, ma prendere come esempio la questione dei 'quota 96' è sembrato quantomeno inopportuno; anche perchè bisogna tenere presente che il pensionamento degli insegnanti darebbe spazio ad altri 4000 posti di lavoro per i docenti precari che subentrerebbero nel turn over.

Ci sembra che non sia cosa da poco dare un lavoro a 4000 persone.

L'impressione, quindi, è che anche per questa volta per i 'quota 96' la fumata debba essere inesorabilmente nera: anche se ci piacerebbe tanto essere smentiti, sarà molto probabile, a questo punto, che la questione venga rimandata all'esame della legge di stabilità e quindi non prima del prossimo mese di dicembre.