Il 2014 potrebbe essere l'anno giusto per una nuova riforma delle Pensioni, che vedrebbe l'introduzione di una flessibilità nell'uscita anticipata. Ma per riuscire a realizzare questo obiettivo, bisogna comprendere come (e soprattutto dove) reperire le risorse necessarie. Questo è il punto di partenza per delineare quale potrà essere lo scenario più probabile di risoluzione della questione, visto che il Governo Renzi si è impegnato più volte a non toccare le pensioni già in essere. D'altra parte, la pressione derivante dalle parti sociali più deboli deve giustamente avere una risposta; stiamo parlando del vasto pubblico degli esodati, ma anche dei lavoratori pubblici Quota 96 e di coloro che non sono riusciti ad accedere alla pensione a causa della Riforma Fornero del 2011.
Lo scenario più probabile dopo l'eliminazione del contributo di solidarietà
Negli ultimi dieci giorni si è fatto un gran parlare della possibilità di un contributo di solidarietà da addebitare alle pensioni retributive più alte, per poter venire incontro a chi è rimasto bloccato nel sistema. L'apertura è stata poi definita come una riflessione a voce alta del Ministro Poletti e non come uno scenario effettivamente considerato dal Governo Renzi. Di fatto, una simile esclusione restringe enormemente l'area di azione grazie alla quale diventa possibile il reperimento delle coperture utili alla flessibilizzazione dell'uscita dal lavoro. I numeri diverranno più chiari a partire dal prossimo primo ottobre, quando l'esecutivo presenterà il Def e avrà quindi delineato ogni piega del bilancio statale.
Resta il fatto che per reperire le risorse bisognerà andare a pescare il denaro dalla spending review e da alcune forme di penalizzazione per chi deve accedere al pre-pensionamento.
Allo studio prestito pensionistico e penalizzazione
Le due possibilità che restano aperte sul tavolo del Governo sono ora il prestito pensionistico e il pensionamento con penalizzazione.
La prima opzione prevede di garantire sotto forma di prestiti e tramite l'Inps i contributi necessari ad anticipare il pensionamento, che verranno restituiti tramite una trattenuta sulla mensilità. La seconda opzione consentirebbe di accedere al prepensionamento per mezzo di una penalizzazione della rendita mensile, nella misura dell'1% o 2% per ogni anno di differenza rispetto a quanto sarebbe previsto dalla Riforma Fornero.