Le sentenze della Corte di Cassazione sono tenute in gran conto da giudici e avvocati poiché la Corte è il massimo organo interpretativo delle leggi e l'ultimo grado di giudizio, che realizza la corretta applicazione della legge, da cui proviene un giudizio di "legittimità" ma non di merito.
Ecco una serie di sentenze indicative di casi che possono tornare utili nel rapporto di lavoro.
La Corte ha stabilito come legittimo il licenziamento per assenze di malattia sistematiche prima di fine settimana e festività, respingendo il ricorso di un lavoratore licenziato per troppe assenze per malattia a ridosso di giorni di riposo. Il licenziamento è ritenuto legittimo anche se non superiori al periodo di "comporto", cioè la somma massima consentita, sono state peraltro rilevanti le testimonianze dei colleghi, (sentenza n. 18678/2014).
Importante sentenza a tutela del docente, l'insulto é oltraggio a pubblico ufficiale. Il genitore che insulta un docente del figlio, perché in disaccordo con il rendimento scolastico, non compie un'ingiuria ma oltraggio a pubblico ufficiale, che per essere tale deve avvenire in luogo pubblico o aperto al pubblico" e " in un momento in cui il dipendente è nell'esercizio delle sue funzioni o a causa di esse" (sentenza 15367 della V sezione penale).
Illegittimo, invece, il licenziamento per uso improprio pc aziendale e email, respinto il ricorso dell'azienda contro la sentenza della Corte di Appello che aveva disposto la reintegrazione del dipendente.(Sentenza n. 6222/2014)
Condanna di Trenitalia a risarcire un avvocato che nel 2009 aveva subito un danno dal ritardo non segnalato del treno. Trenitalia non fa appello per avere ragione.
La Corte di Cassazione ha riconosciuto poi il diritto al risarcimento del danno biologico, morale ed esistenziale del lavoratore privato, di fatto, di ogni compito lavorativo, ad un lavoratore caduto in depressione dopo che trasferito è stato privato degli incarichi di prima. (Sentenza n. 16413/2013)
Licenziamento in caso di inadeguatezza, la Cassazione riconosce facoltà al datore di lavoro di giudicare le capacità del dipendente. Una psicologa dell'Asl di Trento venne licenziata per la difficoltà di questa a relazionarsi col pubblico con i colleghi, ostacolando il lavoro degli altri, la Corte ha stabilito che il licenziamento è legittimo perché si è verificata una circostanza che "non consente la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto". (Sentenza n. 12561/2013)
Inabilità per sindrome pronatoria con compressione del nervo mediano all'avambraccio causato da un uso prolungato del mouse, l'Inail deve risarcire, secondo una sentenza che "è passata in giudicato". (Corte d'Appello dell'Aquila 14.02. 2013)
Licenziamento legittimo se la pausa caffè blocca il lavoro, un impiegato di banca licenziato per essere andato al bar lasciando lo sportello con 15 persone in attesa e la cassa aperta. (Sentenza n. 7819/2013)
Non risarcibile il lavoratore infortunato mentre va al lavoro in bicicletta, se il percorso casa-ufficio è coperto da un mezzo pubblico, avendo avvalendosi di esso "maggiore comodità e minore disagio". (Sentenza n. 7970/2012)
Questa una serie di sentenze da tenere in considerazione che affrontano casi di dubbio ma su cui la Corte ha dato un parere.