Siete docenti precari abilitati da diverso tempo in ansia per ottenere un ruolo che Renzi sembra precludervi? Disperate che non esistano altre possibilità che il concorso reclamizzato dal ministro Giannini per poter essere assunti nella Scuola a tempo indeterminato? Un consiglio franco è quello di non cadere nella trappola della disinformazione manipolata del governo Renzi e di aderire in massa al mega ricorso Anief in vista del 26 novembre. Per tutto il resto, se non ne siete ancora persuasi, leggete il resto.

La posizione del governo italiano

È nota e ritrita la posizione del governo italiano di limitare l'immissione in ruolo dei precari ai docenti inclusi nella I fascia della graduatorie ad esaurimento, riservando agli esclusi un concorso annunciato solo a fatti per la prossima primavera del 2015.

Basterebbe che soltanto questo non fosse effettuato per far scattare migliaia di ricorsi in tutta Italia. Ma limitatamente al provvedimento della Buona Scuola esiste una grave discriminazione tra docenti abilitati, (Siss 2008 Pas 2011) in grado di far saltare il banco con tutto l'esecutivo dietro. Vediamo intanto l'aria che tira nei tribunali.

Orientamento europeo

È dell'avvocato della Corte Europea Maciej Szpunar un pronunciamento risalente allo scorso luglio in base al quale la prassi usata di reiterare supplenze su posti disponibili e vacanti piuttosto che immettere direttamente in ruolo non può essere avvalorata da ragioni oggettive, come recita una clausola in particolare dell'accordo fatto il 18 marzo 1999.

L'avvocato si riferisce all'accordo sul lavoro a tempo determinato che si ricollega alla direttiva numero 1999/70/CE. E del resto, l'articolo 4 del decreto legislativo numero 368 del 6/09/2001 con il quale lo Stato italiano recepisce la direttiva comunitaria 1999/70 sulla disciplina dei contratti a termine parla chiaro: al comma 2 bis viene espressamente vietata la proroga del contratto a termine a meno che, come recitato dal comma 1, avvenga quando il primo contratto sia prorogato con il consenso del lavoratore e per una volta soltanto.

La reiterazione costituisce violazione dei principi comunitari per i quali l'unica forma di lavoro è quella del contratto a tempo indeterminato tendente a cerare condizioni migliorative per il lavoratore.

Orientamento dei tribunali italiani

Il pronunciamento della Corte europea aprirà la strada ai ricorsi che verranno effettuati presso i vari tribunali del lavoro in tutta la penisola.

L'orientamento dei giudici europei di considerare illegittimo il ricorso dei contratti a termine da parte della P.A. italiana, con sanzioni pecuniarie rilevanti che possono raggiungere somme molto prossime ai 4 miliardi, oltre a peggiorare il saldo dei conti costringerebbe il governo a emendare la recente legge di stabilità rivedendo l'intera riforma scolastica. Le sentenze dei vari tribunali del lavoro, inerenti all'abuso della pratica condotta da enti rilevanti e di grandi dimensioni quali ad esempio la Rai e Poste Italiane, costituisce Cassazione con provvedimenti tutti contrari alla pratica dei contratti a termine e centinaia di migliaia di precari della scuola potranno ottenere oltre al ruolo anche il riconoscimento collegato degli scatti stipendiali.

Concludendo, sarà meglio evitare di abbandonarsi alla rassegnazione e reagire ricorrendo tutti. Spendendo pochissime centinaia di euro per il ricorso se ne risparmieranno migliaia in corsi inutili.