Nonostante 28000 lavoratrici l'abbiano scelta in 5 anni, per la pensione con Opzione contributivo donne nel 2015 la proroga non è ancora arrivata. Ma le ultime novità sulle Pensioni contributive con Opzione Donna fanno comunque sperare in un prolungamento di questa possibilità per la pensione anticipata. Se da un lato l'opzione scade teoricamente a fine dicembre 2015, dall'altro l'interpretazione di una circolare Inps ha fatto sì che all'opzione venisse applicato il meccanismo delle finestre mobili, causando quindi una ristrettezza nei tempi utili per la domanda di pensionamento anticipato. A seguito di tante proteste e dopo l'arrivo di Boeri, lo scorso dicembre l'INPS stessa, tuttavia, ha chiesto nuove indicazioni al Ministero del lavoro al fine di consentire di nuovo alle donne di scegliere la pensione con opzione contributivo nel 2015. La prima importante novità sulle pensioni contributive del 2015 è rappresentata proprio dalla scelta dell'INPS di chiedere istruzioni al Ministero, che è stata accompagnata dalla scelta di tenere in stand by richieste di pensione da parte di donne che vanno oltre il 2015. E con l'ulteriore aumento dei requisiti per la pensione di vecchiaia dal 2016, l'opzione non può che apparire ancora più interessante, per quanto implichi - lo ricordiamo - un taglio dell'assegno pensionistico che oscilla in media tra il 20 e il 25% (rispetto alla pensione calcolata col metodo retributivo).


Con le ultime novità sulle pensioni di vecchiaia dal 2016 la proroga dell'Opzione Donna avrebbe un forte effetto sulla platea delle potenziali beneficiare, se si considera che dall'anno prossimo i requisiti saliranno di quattro mesi per le dipendenti del pubblico impiego, di 14 mesi per le lavoratrici autonome e di ben 22 mesi per le lavoratrici del settore privato. Perché la politica, ci si chiederà, non ha ancora deciso di proroga questa possibilità? È tutta una questione di coperture finanziarie e di tempistiche. Ovvero: a lungo termine allo stato conviene erogare pensioni contributive per le donne in quanto gli assegni calcolati col metodo contributivo sono più bassi, tuttavia sul breve termine lo stato deve far fronte a esborsi dovuti all'erogazione anticipata di migliaia di pensioni che altrimenti non sarebbero erogate (dato che le richiedenti dovrebbero attendere i tempi necessari per la pensione di vecchiaia o quella anticipata standard). Pertanto la possibilità per tante donne di andare in pensione a 57 o 58 anni di età e tre mesi, con 35 anni di contributi alle spalle, resta appesa a un filo, un filo tirato dal Governo Renzi. Purtroppo la concomitanza di innalzamento dell'età pensionabile fa prevedere un aumento delle potenziali richieste di uscita dal lavoro con l'opzione contributivo per le donne che, a propria volta, determinerebbe maggiori costi sul breve termine per le casse statali. Si sa quanto la Ragioneria dello stato pesi ancora nelle decisioni della classe politica: si riuscirà ad andare oltre il calcolo economico a breve termine per guardare a quello a lungo termine? È questa la domanda davvero fondamentale. Novità sull'Opzione Donna nel 2015, se arriveranno, potrebbero farlo già nelle prossime settimane. Come detto è ancora tutto da decidere, pertanto invitiamo coloro che volessero restare aggiornati sulle ultime notizie provenienti dal governo presieduto da Matteo Renzi, a cliccare sul tasto Segui in alto a sinistra, poco sopra il titolo del presente articolo.