"E' positivo che il ministro Poletti convochi i sindacati per discutere di Pensioni". Lo ha affermato il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, intervenendo sulla riforma pensioni dopo le nuove dichiarazioni del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti che ha confermato ieri, ancora una volta, che presto convocherà i sindacati per discutere delle modifiche alla legge Fornero ma solo dopo aver prima discusso della delicata questione con il presidente dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale Tito Boeri.
"L'argomento - ha dichiarato Damiano riferendosi al ddl per la pensione anticipata a 62 anni abbinato ad altri dieci proposte di legge - è maturo, il tema è in calendario in Commissione Lavoro alla Camera, che ha intenzione di audire le parti sociali, il presidente Inps e lo stesso ministro. Un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale - ha ribadito - è necessario per favorire, con il turn over, l'ingresso dei giovani nelle aziende e per evitare - ha sottolineato il parlamentare della minoranza del Pd - che aumenti il numero dei nuovi poveri, cioè di lavoratori over 60 rimasti senza lavoro e senza pensione", come il caso degli esodati.
Riforma pensioni, l'Anief 'boccia' il ddl Damiano
Non si accontentano delle soluzioni previste dal ddl Damiano per il prepensionamento gli insegnanti all'Anief. "Continua la manfrina sulle pensioni: mentre tutti si dicono d'accordo nel calmierare gli effetti della riforma Fornero, compreso il ministro Poletti, dal Parlamento - ha detto il presidente dell'Anief Marcello Pacifico - ci si ferma alla discussione di disegni di legge che nella migliore delle ipotesi faranno lasciare il lavoro a 62 anni ma con l'assegno pensionistico - ha sottolineato - fortemente decurtato".
Non è ammissibile - per il leader dell'associazione sindacale professionale - cambiare le regole ogni volta. Fino al 2011 - ha spiegato - si andava in pensione con l'80% a 61 anni e Quota 96. E già quello - ha evidenziato Pacifico ricordando che in Germania si ha diritto alla pensione con soli 27 anni di contributi e senza penalità - era un sistema penalizzante".
Quota 96, l'Anief pronta a ricorrere in tribunale
Ricordando che il requisito minimo per la pensione degli insegnanti era Quota 96 sommando età anagrafica e contributiva, Pacifico spiega che fra pochi anni sarà già a Quota 120, sottolineando che già oggi c'è chi ipotizza anche il rischio Quota 130: ovvero 80 anni di età e 50 anni di contributi; questo perché -ha spiegato il sindacalista - ormai si accede alla professione di insegnante, mediamente, dopo i trent'anni. L'Anief critica il fatto che "lo Stato paga soltanto contributi figurativi, mentre trattiene - ha proseguito - una quota nelle buste paga per corrispondere le pensioni". Contro quella che viene ritenuta una "ingiustizia" che ha ricadute negative selle pensioni degli insegnanti "l'Anief - ha detto il presidente Marcello Pacifico - è pronta a ricorrere in tribunale".
E anche tutti gli altri sindacati più rappresentativi sono sul piede di guerra. Mentre si aspettano le nuove decisioni di Cgil, Cisl e Uil dopo le nuove dichiarazioni di Poletti che sostanzialmente rinvia ulteriormente a data da destinarsi il confronto con i sindacati, è già stata convocata dalla Fiom di Maurizio Landini, leader della nuova Coalizione Sociale, la manifestazione del 28 marzo contro il Governo Renzi per chiedere cambiamenti al Jobs act e alla legge Fornero.