Sono ore decisive in vista della sentenza della Consulta, chiamata ad esprimersi quest'oggi sull'aderenza o meno alla nostra carta costituzionale della norma che ha bloccato i contratti nella PA per 6 anni. Il responso della Corte potrebbe rivelarsi decisivo anche in ottica riforma della previdenza dato che lo Stato italiano potrebbe essere 'condannato' a restituire svariati miliardi di euro ai lavoratori statali; una spesa così ingente non potrebbe far altro che incidere in negativo sui conti pubblici con la conseguenza che il tesoretto a disposizione per futuri interventi potrebbe venire ad assottigliarsi.

La prima a saltare potrebbe allora essere la riforma della previdenza, con l'Italia già richiamata dall'UE che in settimana, per bocca di Mario Draghi, le ha ricordato la necessità di contenere la spesa previdenziale. Guardando al fronte nazionale, luglio sarà un mese decisivo per l'intero iter di riforma e anche per il caso pensioni lavoratori precoci, chiamati ad organizzarsi e ad alzare la voce in vista dei meeting che Poletti e Boeri terranno con i sindacati i 9 e il 16 luglio. Alcuni gruppi nati su Facebook si stanno già attivando per inondare di mail la casella di posta elettronica dello Spi-CGIL con una serie di messaggi che verranno indirizzati a Carla Cantone: l'obiettivo è quello di scuotere le coscienze e di portare sotto la luce dei riflettori una vertenza troppo spesso relegata nel dimenticatoio da politica, istituzioni e sindacati stessi.



Novità pensioni lavoratori precoci, meeting Boeri-Poletti-CGIL potrebbe essere decisivo: in giornata arriverà la sentenza della Consulta

La sentenza relativa al blocco dei contratti nella PA potrebbe rivelarsi decisiva dunque anche e soprattutto perché potrebbe condurre il governo Renzi a considerare solo provvedimenti soft e a costo zero. La riforma della previdenza ha bisogno di risorse per poter risultare efficace, ma un'eventuale condanna per l'Italia rischierebbe di rimescolare le carte in tavola. Curioso che la sentenza arriverà nello stesso giorno in cui alla Camera inizia l'iter di conversione in legge del decreto rimborsi resosi necessario proprio a causa dell'ultima sentenza emessa dalla Corte Costituzionale. E mentre Damiano parla di un 'Europa matrigna che adotta solo logiche ottuse' ci si interroga su quanto la futura riforma potrà davvero contribuire a creare un sistema previdenziale più giusto ed equo. Pensando al caso pensioni lavoratori precoci e restando alla PA non si può allora non ricordare che per effetto dell'ultima circolare emessa dal ministero preseduto dal ministro Madia, per un lavoratore statale non serve nemmeno l'aver compiuto i 62 anni di età per andare in pensione. L'amministrazione di riferimento può infatti decidere di prepensionarlo anche prima che abbia raggiunto quell'età 'purché abbia maturato l'anzianità contributiva'. Ci si domanda allora perché per altre categorie la Quota 41 non dovrebbe essere prevista.



Appare opportuno ribadire che i precoci non sono contrari alla soluzione 62+35 con penalità decrescenti all'aumentare dell'età perché questo provvedimento è un tutt'uno con i 41 senza penalizzazioni a prescindere dall'età in quanto entrambi inseriti nel DDL 857 di Damiano. In definitiva si tratta di due misure indivisibili. Proprio per far valere le proprie ragioni i lavoratori precoci costituitisi su Facebook sono stati invitati ad inviare una mail a Carla Cantone dello Spi-CGIL: 'Il giorno 9 luglio i sindacati dei pensionati CGIL-CISL-UIL incontreranno il presidente dell'INPS Boeri per una discussione sui rimborsi ai pensionati e più in generale sulle Pensioni. Invito tutte/i a scrivere alla Signora Cantone, segretaria dello Spi-CGIL, (segreteriagenerale@spi.cgil.it) esprimendo le nostre posizioni' si legge sulla pagina Facebook 'Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti'.