Anche il Giudice del Lavoro di Torino ha stabilito che i docenti precari della Scuola hanno diritto agli scatti di anzianità, sebbene il Miur faccia orecchie da mercante. L'Anief ha patrocinato il ricorso di una docente precaria che ha ottenuto dal tribunale il diritto ad avere dal Miur non solo tutto quello che non le era stato corrisposto negli anni precedenti come progressione stipendiale, ma anche l'adeguamento stipendiale per le retribuzioni successive, anche se dovessero essere a tempo determinato. La sentenza è stata chiara ed esemplare, un vero esempio di giustizia nei confronti di una categoria che subisce disparità di trattamento rispetto ai colleghi immessi in ruolo a tempo indeterminato, senza che ci sia una reale e fondata motivazione.
Scatti di anzianità e precari della scuola: un abuso del Miur
Nella sentenza contro il Miur sull'abuso contro i precari della scuola, il Giudice del Lavoro di Torino ha tenuto conto della clausola 4 dell’Accordo Quadro sul lavoro a tempo determinato recepito dalla direttiva 1999/70 del Consiglio dell’UE e del fatto che non deve esserci discriminazione fra lavoratori a tempo determinato e lavoratori a tempo indeterminato. Non è il primo giudice a stabilirlo. Il Miur non ha mai motivato questa linea di condotta che va apertamente contro le direttive europee. Alla docente ricorrente sono stati riconosciuti gli scatti d'anzianità a partire dal primo rapporto a termine. Il ricorso è stato accolto interamente e il Ministero della Pubblica Istruzione è stato condannato a versare la somma di euro 3.208,34 più gli interessi legali e a riconoscere lo scatto mensile di euro 177,50.
Il MIUR dovrà versare anche 1.800 euro di spese legali. E' vero che la sentenza è valida solo per la ricorrente, ma pone le basi per i ricorsi futuri di tutti quei precari della scuola che vogliono vedersi riconosciuti i propri diritti sugli scatti di anzianità presenti e futuri.
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