Nel corso dell'ultima conferenza dei presidi dei corsi di laurea delle facoltà di Medicina è stata approvata un'importante novità: si tratta di una riforma nel calcolo del voto di laurea che prenderà piede già dall'anno accademico in corso. Si tratta di un provvedimento correlato alla classifica nazionale unica per il concorso delle scuole di specializzazione post laurea e che pertanto avrà effetti anche nei riguardi degli studenti che attualmente frequentano il quinto e il sesto anno della facoltà di Medicina e che si trovano pertanto a giocare con le regole cambiate in corso d'opera.

Riforma del calcolo del voto di laurea, le nuove regole

Si tratta di una riforma volta a uniformare il calcolo del voto di laurea a livello nazionale, provvedimento quasi conseguenziale all'accorpamento di tutte le graduatorie in un'unica classifica nazionale ma che, nonostante tutto, presenta alcune evidenti criticità. La riforma del calcolo del voto di laurea in medicina diventerà effettiva già a partire da luglio 2016 e nello specifico prevede: un voto di base calcolato con media aritmetica, un punteggio per la prova finale massimo di 7 punti cui potranno essere sommati ulteriori 7 punti (massimo) per attività quali Erasmus, progress test, tempistiche di conseguimento della laurea e lodi. Con la nuova riforma per conseguire l'agognato 110 e lode sarà necessario raggiungere un voto minimo complessivo pari a 113 punti.

Nuove regole, la battaglia per l’applicazione della riforma

Sebbene la riforma fosse stata chiesta a gran voce dagli stessi studenti allo scopo di livellare le diseguaglianze di vari atenei, non è stata accolta da questi con lo stesso entusiasmo. Infatti, come denunciato anche da Link Coordinamento Universitario si tratta di una modifica che avrà validità retroattiva e che pertanto coinvolgerà anche molti studenti che si ritrovano al quinto o sesto anno, in prossimità quindi di ultimare la propria carriera, che dovranno fare i conti però con nuove regole modificate proprio in corso d’opera, appena prima dell’agognato traguardo.

Un provvedimento che originariamente avrebbe dovuto garantire una maggiore equità quindi si è trasformato in un ulteriore fonte di disparità tra gli studenti che alla fine di un percorso lungo 6 anni si trovano con le carte in tavola cambiate. Subito si sono attivate le associazioni studentesche che, a seguito di raccolta firme e attività interne agli atenei, hanno incassato la prima vittoria: è il caso del CCS di Torino Molinette che nei giorni scorsi ha deliberato di non applicare la retroattività della riforma che pertanto verrà resa effettiva solo per i neo iscritti all'anno accademico 2015/2016 e le coorti a venire. Si tratta di un primo passo ma sarà necessario che anche gli altri corsi di laurea che attualmente stanno discutendo il provvedimento si allineino con tale decisione.