L’ISEE, il certificato reddituale e patrimoniale chiesto ai cittadini per l’accesso ad agevolazioni varie è al centro della discussione politica italiana. Il Tar del Lazio più di una volta ed infine il Consiglio di Stato, sono stati interpellati sulla nuova versione di questo istituto. Infatti, dal 2015 è entrata in vigore la riforma di questo modello reddituale, che ne ha inasprito gli adempimenti ed allo stesso tempo ha ampliato le voci reddituali da inserire al suo interno. Il problema è scoppiato sulle indennità di accompagnamento e quelle di invalidità, sussidi assistenziali che fino alla riforma non concorrevano al reddito del nucleo familiare, mentre dal 2015, lo appesantiscono.
Adesso la discussione è finita alla Camera dei Deputati, dove si inizia a discutere una mozione del Movimento 5 Stelle.
La mozione sprona il Governo all’intervento
A Montecitorio è stata presentata una mozione da parte del M5S che intima il Governo a mettere una pezza su questa ennesima falla creata da un provvedimento dell’Esecutivo, che i Giudici hanno sancito come erroneo. Gli ultimi anni sono stati segnati da tanti casi del genere, basti pensare al blocco della perequazione per alcuni pensionati o per i lavoratori statali del Governo Monti, le cui conseguenze ancora si sentono. Adesso è la volta della riforma dell’ISEE voluta dal Governo Renzi ed in vigore dallo scorso anno. Il Tar del Lazio ha accettato il ricorso di un invalido che per via dell’obbligo di inserire la propria indennità di accompagnamento nella DSU di richiesta dell’ISEE, aveva perso alcune prestazioni agevolate che per legge gli spettavano.
Il Governo, dal canto suo ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, contro la sentenza del Tar, ma l’ennesima Corte, ha respinto l’atto e confermato la pronuncia del Tribunale Amministrativo. Il Movimento 5 Stelle intima, con la sua mozione il Governo a provvedere a rettificare tutto il quadro normativo previsto con la riforma, entro il 30 giugno.
Possibili risarcimenti?
La natura dell’ISEE era proprio quella di valutare il reale stato di fabbisogno di un nucleo familiare per consentirgli l’accesso a prestazioni agevolate. La tutela dei più deboli deve essere l’obiettivo del Governo, tutela che è saltata nel momento in cui si è chiesto ai cittadini, di dichiarare come reddito anche prestazioni come pensioni sociali, indennità di accompagnamento, assegni di cura ed altro.
Queste sono prestazioni erogate in aiuto alle fasce deboli e che adesso finiscono per penalizzare i cittadini. Per questo, la prima firmataria della mozione, nella relazione esposta alla Camera, ha chiesto al Governo di intervenire con strumenti di compensazione o addirittura di provvedere a risarcire i penalizzati per quello che la nuova norma gli ha tolto.
È necessario inoltre predisporre tutte le misure opportune per rendere gli Enti locali in grado di applicare immediatamente i correttivi. Infatti, proprio dalle realtà territoriali sono numerosi i casi di confusione generata dalla nuova normativa bocciata sonoramente dai Tribunali. Indennità per i poveri, per i disoccupati, reddito minimo ed altre prestazioni assistenziali sono da sempre legate all’ISEE. Anche loro alla stregua delle indennità per invalidi, dovrebbero non essere considerate ai fini dell’ISEE.