Il sondaggio politico di EMG Different del 12 dicembre 2025, realizzato per il quotidiano Il Tirreno, fotografa un arretramento per il partito della premier Giorgia Meloni, che scende al 28,4%. I primi due partiti di opposizione (PD e M5S) ne approfittano e rosicchiano così alcuni decimali. Non bene nemmeno il dato sulla fiducia nel governo, che appare in calo. C'è poi anche il dato sul referendum costituzionale sulla giustizia, che si svolgerà nella primavera del 2026.

In calo il partito di Meloni

Fratelli d’Italia perde terreno, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle avanzano.

È questa la fotografia principale scattata dall’ultimo sondaggio EMG Different del 12 dicembre che fotografa le intenzioni di voto dei partiti italiani.

Un calo non preoccupante quello del partito di Giorgia Meloni, che scende al 28,4% perdendo quattro decimali ma che resta saldamente il primo partito italiano. Va male in generale anche il centrodestra con un lieve calo per Forza Italia di Antonio Tajani, che scende al 9,1% (-0,2). Stabile la Lega di Matteo Salvini con l'8,7%, mentre Noi Moderati di Maurizio Lupi, quarto partito di maggioranza, raccoglie l'1,5% (+0,1)

Nel sondaggio c'è anche il dato sulla fiducia nell'attuale governo, che continua a scendere. Il dato ci dice che solo il 42% degli italiani esprime un giudizio positivo (14% “molta” fiducia e 28% “abbastanza”), mentre il 58% esprime un parere negativo (22% “poca” fiducia e 36% “per nulla”) in merito all'esecutivo.

Il dato sulle opposizioni e referendum

Rispetto al sondaggio dello stesso istituto di due settimane fa i primi due partiti di opposizione compiono un piccolo passo in avanti. Sia PD che M5s sono in crescita. Il partito guidato da Elly Schlein è al 21,2% (+0,2), mentre il partito di Giuseppe Conte è attualmente al 13,6% (+0,3)

Alleanza Verdi-Sinistra di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli è in calo con il 5,5% (-0,3), stabile Italia Viva di Matteo Renzi con il 2,7% e infine PiùEuropa con l'1,8% (-0,2).

Ma è soprattutto dal tema del referendum sulla giustizia che arrivano i dati che potrebbero impensierire la maggioranza. Nella primavera 2026 gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sul referendum costituzionale promosso dal governo sulla separazione delle carriere dei giudici e magistrati.

Attualmente il 49,4% del campione degli intervistati voterebbe SÌ (+1,1% rispetto alla precedente rilevazione), mentre il 27,3% voterebbe NO (-2,0%). C'è ancora una fetta corposa di indecisi: il 23,3%, dato in aumento rispetto a due settimane fa (+3,1%) e che potrebbe avere un peso importante nella consultazione primaverile L’affluenza prevista inoltre è molto bassa: solo il 43% degli aventi diritto andrebbe a votare (+6 punti rispetto alle stime precedenti).