L'economia digitale, attraverso una pubblica amministrazione digitale, le smart city, l'industria 4.0 eun ecosistema di startup innovative, consente di aumentare il prodotto interno lordo (PIL), ridurre le spese e l'impronta ecologica, migliorando l'efficienza della società e il benessere per tutti. L'aumento del PIL ci consente di ridurre il debito pubblico e le tasseper cittadini e imprese, di aumentare le Pensioni, almeno quelle troppo basse. Le tecnologie digitali (quali internet, internet of everything, software di deep learning per l'analisi dei big data e gestione supply chain, per la gestione delle smart city e dell'industria 4.0, ma anche robotica, realtà virtuale, nanotecnologie e biotecnologie) consentono di ridurre le spese sia delle aziende che dei cittadini e della pubblica amministrazione, e di aumentare la produttività che si traduce in maggiori profitti per le imprese, per i cittadini, e più entrate fiscali (iva) per lo Stato che può quindi ridurre le tasse dirette sui redditi da lavoro e sui patrimoni dei cittadini e delle impresefacendo rientrare in Italia anche capitali investiti all'estero.

Come sviluppare l'economia digitale?

Per fare questo, per sviluppare l'economia digitale, abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione digitale, quindi di dematerializzare tutti i processi amministrativi che si instaurano tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione per migliorarne l'efficienza. Occorre sviluppare le smart city e l'industria 4.0 a livello nazionale in modo coordinato con la pubblica amministrazione.

Tutto questo si sta facendo nell'ambito del piano governativo "Italia Login, SPID (sistema di gestione delle identità digitali)" in merito all'agenda digitale italiana. Ma c'è un ostacolo che rallenta questo processo: manca il denaro sufficiente dainvestire nella pubblica amministrazione digitale, nella alfabetizzazione digitale dei cittadini, nello sviluppo delle infrastrutture perla banda ultralarga (fibra e 5G necessari all'industria 4.0 e per le smart city), nello sviluppo dei servizi della pa digitale funzionali all'economia digitale.

Abbiamo un debito pubblico molto alto, non possiamo andare in deficit di bilancio, non possiamo aumentare le tassesulle spalle degli italiani, non possiamo rischiare la perdita degli investitori nazionali ed esterie dei turisti.

Dove possiamo trovare i fondi per finanziare l'economia digitale e innescare un processo virtuoso di miglioramento dell'economia e della società?

Si potrebbe finanziare l'economia digitale tramite un trasferimento di denaro dai mercati finanziari (Borsa e derivati, opzioni, cfd, ecc., che valgono quasi 7 volte il PIL mondiale), dove si opera a puro scopo speculativo, attraverso una tassa sulle transazioni finanziarie (valida in tutto il mondo in modo da evitare che gli investitori italiani investano fuori dall'Italia) progressiva sugli utili derivanti dagli investimenti azionari, evitando in tal modo di dover tassare i redditi da lavoro e i patrimoni (abitazioni, terreni, fabbriche, ecc.) dei cittadini e delle imprese (che scapperebbero dall'Italia, o dalle altre nazioni dove si adotterebbe la tassazione del reddito e dei patrimoni) ed evitando l'aumento dell'inflazione in caso di emissione di nuova moneta (quantitative easing).

Un reddito minimo garantito per sviluppare l'economia digitale

Con queste entrate potremmo anche finanziare un reddito minimo garantito mirato allo sviluppo dell'economia digitale, dell'alfabetizzazione digitale e riduzione della povertà e in futuro, se le politiche economiche lo consentiranno, un reddito di base.

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