Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 6 giugno ci rimandano alle dichiarazioni di Cesare Damiano, che ha parlato di esodati e lavoratori precoci, facendo un plauso a Giuliano Poletti per l'apertura sulla flessibilità in uscita a partire dalla prossima Legge di Stabilità. Sono giorni importanti per la riforma Pensioni, giorni nei quali verrà deciso molto probabilmente il futuro di migliaia di pensionati e lavoratori, in attesa quest'ultimi di una modifica della legge Fornero. Il cambio di ritmo potrebbe avvenire fin dal mese di giugno, dopo il secondo incontro tra sindacati e governo.

Duequestioni irrisolte

Le ultime notizie sulle pensioni confermano la volontà del governo di introdurre la flessibilità in uscita nella Legge di Stabilità del prossimo anno, apportando così una decisiva accelerata nel processo della riforma pensioni, modificando in un punto fondamentale la legge Fornero, come richiesto in più di un'occasione da Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, che nella giornata di ieri ha avuto parole di elogio per Giuliano Poletti.

Il ministro durante il Festival Economia a Trento si è detto convinto che insieme alla squadra di governo riuscirà a realizzare un intervento sulla flessibilità quando arriverà il momento. Dichiarazioni che hanno alimentato un cauto ottimismo tra coloro che chiedono modifiche alla legge Fornero da quattro anni ormai, senza essere ascoltati.

Flessibilità che però non equivale alla risoluzione di due problemi irrisolti. Ci riferiamo agli esodati e ai lavoratori precoci.

Proprio di esodati e precoci è tornato a parlare ieri Damiano. L'ex ministro del Lavoro ha dichiarato che sta preparando insieme agli altri membri della commissione la proposta per una ottava salvaguardia per gli esodati, visto che la settima (definitiva per il governo) non è bastata per risolvere la delicata questione che riguarda ancora oggi numerosepersone.

Sulla flessibilità delle pensioni, Cesare Damiano è stato chiaro. L'esponente dem ha rinnovato la sua richiesta, vale a dire riuscire andare in pensione con 4 anni di anticipo e con una penalizzazione del 2 per cento sull'assegno pensionistico, cifre diverse da quelle previste dal sistema Ape, su cui sta lavorando Tommaso Nannicini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Ci sarà anche lui all'incontro tra le sigle sindacali e il governo che si terrà il prossimo 14 giugno, tra poco più di una settimana.

Cesare Damiano non ha dimenticato, oltre agli esodati, nemmeno i lavoratori precoci, troppo spesso messi in secondo piano nel dibattito della nuova riforma pensioni. Per il parlamentare del Partito democratico questa categoria resta un problema irrisolto. L'attuale legge Fornero, se fosse confermata anche nei prossimi anni, porterebbe un lavoratore precoce a lavorare per 43-44 anni di contributi prima di poter andare in pensione. È per questo che Damiano continua a difendere la sua proposta quota 41 per i precoci.

I sindacati, nella prossima riunione con Giuliano Poletti, dovrebbero ricordare al ministro la questione lavoratori precoci, ormai stanchi di scendere in piazza e di presenziare alle trasmissioni televisivi senza però veder cambiare la riforma pensioni. È quello che auspica Damiano, è quello in cui sperano migliaia di persone. Il 14 giugno è relativamente vicino. Precoci e esodati aspettano.