Prosegue lo scambio di dichiarazioni sul nodo dell'opzione donna, con alcune nuove prese di posizione che riportiamo alle lettrici della nostra rubrica "Parola ai Comitati". Ad esprimersi dalla Camera è ancora una volta il Presidente della Commissione lavoro Cesare Damiano, che nella serata di ieri ha ribadito i dubbi emersi in merito agli ultimi conti prospettati da Tito Boeri. "Si tratta di conti personali o di una autonoma certificazionedell'Inps?", chiede il Parlamentare, commentando le stime sull'aumento del debito pensionistico. Ma è in particolare il riferimento all'opzione donna ad interessare le lavoratrici del Comitato: "Forse va fatto un po’ d’ordine",spiegandoche a suo parere in passato molte elaborazione arrivate dall'istituto di previdenza "si sono rilevate infondate".

Ed è propriola pensione anticipata delle lavoratrici ad esser presa come riferimento dal Parlamentare:"ad esempio, per Opzione Donna, siamo stati costretti a mettere 2,5 miliardi di euro nella Stabilità dello scorso anno per coprire 36.000 presunte richieste (sappiamo che, a consuntivo, siamo largamente al di sotto di quella cifra e in ballo ci sono miliardi di euro).

Pensioni OD: l'intervento della co-fondatrice Dianella Maroni

A tal proposito è arrivato nella mattina di oggi un nuovo aggiornamento direttamente dal Comitato Opzione Donna, per mezzo della co-fondatrice Dianella Maroni. "Care iscritte, la presa di posizione di Cesare Damianola dice lunga sulla difficile situazione che stiamo attraversando in tema Pensioni.

Se penso che il costo stimato da INPS, per noi escluse dalle circolari, era stato in prima battuta di circa 540 milioni per poi salire a 2 miliardi e mezzo in legge di stabilità, mi viene il dubbio che l'eccessiva cautela ragionieristica sia un modo per ostacolare il riconoscimento dei diritti". Mentre per quanto concerne i prossimi passi, la rappresentante delle lavoratrici volge lo sguardo all'esito del monitoraggio.

"Ora siamo ancora in attesa di avere il conteggio del contatore", pur domandandosi "perché questa lentezza burocratica e politica?".

Donne ragionevoli ma stanche di aspettare

In merito all'attesa, Dianella Maroni ricorda che sono ancora tante le lavoratrici in attesa di un riscontro rispetto al proprio destino previdenziale.

"Siamo donne ragionevoli ed educate, rispettose del lavoro di tutti ma siamo anche stanche di aspettare. Come coordinatrice e amministratrice di questo comitato ribadisco che non staremo né zitte né ferme. La lotta non ci spaventa". Infine, la cofondatrice del Comitato chiede alle istituzioni di poter finalmente avere un riscontro definitivo sulla situazione delle pensionande. "Con forza chiediamo di avere i dati e di avere risposta, così come ipotizzato, attraverso i fondi residui del contatore, in primis per le donne dell'ultimo trimestre ed eventualmente per altre in caso di risorse disponibili".

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