Ancora una sentenza che decreta l'illegittimità del blocco dei contratti dei dipendenti della Pubblica Amministrazione derivante dalla sospensione della trattativa per il rinnovo con data di decorrenza a partire dal 30 luglio dello scorso anno. L'ultima pronuncia è arrivata dal Tribunale di Gela dopo quella di qualche giorno fa dei giudici di Vercelli. In tutto, fa sapere il sindcato Confsal Unsa, sono già seii giudizi dei tribunali (i precedenti aReggio Emilia, a Parma, a Caltanissetta e a Bologna) che hanno accertato la non legittimità del blocco del contratto degli statali.

Decisioni che dovranno essere prese in considerazione dal ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia e dallo stesso Renzinella riforma in atto che comporta anche l'adeguamento degli stipendi degli statali e il rinnovo stesso.

Riforma Pa, rinnovo contratto statali: perché il rimborso dal 30 luglio 2015?

In tutto, finora, lo Stato italiano è stato condannato al pagamento di cinquantamila euro di spese legali per la perdita dei procedimenti giudiziari, ma sono attesi altri quarantacinque ricorsi che potrebbero far arrivare la somma a trecentomila euro. Tuttavial'aspetto più importante è l'ampliarsi della portata dei rimborsi del personale della Pubblica amministrazione: infatti, a seguito della sentenza della Corte costituzionale numero 178 del 2015,pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 30 luglio dello stesso anno, i rimborsi dei ricorrenti dovranno essere calcolati con decorrenza proprio dalla pubblicazione in G.

U. e non a partire dall'inizio del 2016. Ciò significa che, pur considerando un rinnovo dei contratti degli statali entro la fine del 2016, dovranno essere coperti gli ultimi cinque mesi del precedente anno.

Sblocco contratto statali nella riforma Madia: di quanto aumenteranno gli stipendi Pa?

Una grana non da poco conto per il Governo Renzi: infatti, ai 300 milioni di euro già predisposti un anno fa nella legge di Stabilità 2016 e non ancora spesi, nella legge di Bilancio 2017 potrebbero essere stanziati non più di seicento milioni di euro: la somma, suddivisa per tutto il personale dipendente statale (oltre 3 milioni di lavoratori), porterebbe ad un aumento retributivo di appena venti euro mensili, che potrebbero essere ulteriormente ridotti se dovessero essere conteggiati gli arretrati conseguenti alla pronuncia della Corte costituzionale.

Senza considerare che la riforma della Pubblica amministrazione dovrà prevedere, probabilmente in un passaggio successivo, un sistema di premialità che si basi sulla legge Brunetta, depositata nel cassetto da sette anni, la stessa durata del blocco dei contratti.