La battaglia del Comitato opzione donna social per il riconoscimento del lavoro di cura parte da lontano, se è vero che da anni l'ISTAT raccoglie ed elabora dati riguardati il fenomeno. Sulla base delle stime più recenti, oltre tre quarti del lavoro familiare resta a carico del genere femminile, mentre la retribuzione delle donne in Italia è tra le più basse se si effettua un confronto con gli altri Paesi europei.
Anche l'occupazione femminile presenta dati poco incoraggianti rispetto ai partner internazionali, un elemento che sottolinea come sul tema vi sia ancora molto da fare.
Tra le richieste più pragmatiche in questo ambito, troviamo sicuramente la proposta di valorizzare e tutelare i lavori di cura a fini previdenziali, ad esempio prevedendo la maturazione della contribuzione figurativa.
Si tratta, d'altra parte, di un'idea sulla quale è già stato sottoscritto un accordo programmatico lo scorso settembre tra Governo e sindacati. Ne è risultato un verbale attraverso il quale le due parti si sono impegnate a creare nella prossima riforma pensionistica delle misure utili a rendere giustizia alle tante donne che si sono viste improvvisamente innalzare i criteri di pensionamento a seguite delle Manovre correttive verificatesi negli ultimi anni, con esisti in molti casi drammatici.