Una storia che si ripete annualmente e che colpisce milioni di pensionati è quella delle Pensioni erogate indebitamente. Si tratta di una vicenda che va di pari passo con i diritti inespressi e che con quest’ultima crea una evidente anomalia. Gli indebiti pensionistici non sono altro che pensioni (intere o parte di esse), erogate a pensionati e non propriamente spettanti. In questi giorni, milioni di italiani stanno ricevendo lettere dall’istituto con importi chiesti indietro o con trattenute applicate sulle pensioni dei prossimi mesi. Questo per via dei controlli che l’Inps effettua periodicamente sulle pensioni che paga, soprattutto quelle sulle quali vengono applicate le maggiorazioni sociali ed i trattamenti minimi.
Tra sentenze della Cassazione, prescrizioni e regole da seguire, ecco cosa possono fare i pensionati per difendersi.
Modello Red
Le dichiarazioni reddituali pensionati, o meglio, il Modello Red, altro non è che lo strumento obbligatorio con il quale i pensionati dovrebbero informare l’Inps, circa i redditi posseduti oltre ai trattamenti pensionistici percepiti dall’Istituto. Questo per tutti i pensionati che non sono tenuti alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi, cioè modello redditi Pf o modello 730 e che hanno parte del proprio assegno previdenziale formato da maggiorazioni sociali, trattamento minimo e integrazioni. Il mancato invio del modello Red causa la repentina cancellazione dal computo della pensione messa in pagamento dall’Inps di queste indennità aggiuntive, con conseguenze retroattive che portano l’Inps stessa a chiedere la restituzione delle somme erogate in passato.
Le indennità aggiuntive di cui parlavamo prima (ma anche assegni familiari e quattordicesima) vengono erogate a richiesta da parte dei pensionati, proprio perché collegate alle denunce reddituali autocertificate tipiche del Modello Red. L’anomalia è che per percepire indennità aggiuntive bisogna richiederle, perché senza opportuna domanda, essi diventano diritti inespressi e quindi, soldi che il pensionato avanza dall’Istituto.
Se quest’ultimo invece le eroga per errore suo, oppure per mancata presentazione del modello, si scatena l’effetto contrario, cioè con il pensionato che deve restituire le somme percepite indebitamente.
L’Inps non può operare sempre
La scadenza dei modelli Red per il 2017, coinciderà con quella delle dichiarazioni dei redditi, cioè il 30 settembre.
Va ricordato che l’Inps non invia più le richieste Red ai pensionati che dovrebbero scaricarsele da soli dal cassetto fiscale, se muniti di Pin e credenziali di accesso, oppure recandosi da un Patronato. Per quanto concerne la restituzione delle somme, nel 2017 è già arrivata una sentenza della Cassazione che sancisce l’illegittimità della richiesta di restituzione di queste somme da parte dell’Inps, ma solo in alcune circostanze. In pratica, a tutelare il pensionato, vige un principio secondo il quale, il percettore ha il diritto a trattenere le somme percepite dall'Ente previdenziale, se è in buona fede. In pratica, se le somme erogate a titolo di indennità aggiuntive sono incassate dal pensionato senza che questi abbia adottato azioni come il nascondere redditi per percepirle, non potranno essere richieste indietro dall’Inps.
Inoltre, vige sempre il meccanismo della prescrizione, che per la fattispecie di cui parliamo, risulta decennale. L’Inps, per pensioni erogate indebitamente, anche per parti di esse, può recuperare l’indebito entro l’anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione reddituale da parte del pensionato. Per il 2017, anno in cui l’Inps controlla i redditi 2015, l’Istituto potrà operare e chiedere il rimborso entro la fine del 2018. Da segnalazioni a varie strutture sindacali, come l’Inca, branca previdenziale della CGIL (che già nel 2016 aveva segnalato il problema), l’Inps a molti pensionati continua a chiedere restituzioni di indebiti anche per molti anni addietro. In definitiva, l’Inps può in qualsiasi momento riadeguare le pensioni erogate, abbassandone gli importi, ma per le somme indebitamente erogate, ove non ci sia colpa o dolo da parte del pensionato, non sempre può chiedere i rimborsi dei mesi, o anni, arretrati. Ecco perché la scadenza del modello Red risulta molto importante, una data da mettere in calendario annualmente.