Sul fronte aumenti stipendiali docenti ci sono novità, forse non buone per qualcuno: infatti i famosi 85 euro al mese in più, promessi ai dipendenti statali non saranno uguali per tutti ma verranno distribuiti secondo precisi criteri. Ma cosa si è deciso riguardo ad essi? Ecco le ultime novità pervenute proprio a riguardo di come verranno distribuiti.

Aumenti e bonus Irpef di pari passo

Gli 85 euro promessi come aumento al personale statale (per chi avesse pensato diversamente, e magari si fosse illuso di racimolare una sommetta apprezzabile) sono lordi e non netti.

Ma non finisce qui! Si tratta di "una media degli aumenti promessi dentro cui devono stare tutti gli statali". L'aumento, quindi, non sarà uguale per tutti e dipenderà da fasce retributive.

A dirlo è stata la ministra della P.A. Marianna Madia, che starebbe cercando di ridurre lo scarto fra chi raggiunge i 200mila euro l’anno e chi i 21mila. Le intenzioni sembrerebbero buone, e in tal senso la disuguaglianza di distribuzione è qualcosa di positivo ma sarà davvero questo l'intento e in parole povere quanto prenderanno i dipendenti delle fasce stipendiali più basse? Rischia di essere un aumento ridicolo quello che arriverà nelle tasche degli italiani, che lavorano nel pubblico impiego, rendendo inutile una trattativa su cui molti contavano, aspettandola ormai da anni.

Per tutelare chi ha redditi bassi e beneficia del bonus Irpef, che potrebbe venir meno se ci fossero gli aumenti, si sta studiando anche una formula ad hoc, una modalità che toglierebbe ai ricchi per dare ai poveri. L'idea è quella di dare vita ad un sistema di aumenti graduato, secondo ben precisi parametri.

Dei 200 euro se ne ottengono solo 85

Dai 200 euro che spetterebbero agli statali in media, se si ricorresse in giudizio, per richiedere l'aumento in base al costo della vita, si è scesi a 85 euro lordi (36 euro netti) e non per tutti. Non si capisce perché si sia andati così tanto per le lunghe, quando sarebbe bastato procedere ad aumenti giusti e consoni per coloro che hanno ormai stipendi da fame, in confronto all'aumento dei prezzi e ci si incespichi in questi meccanismi contorti.

Le parti, sindacati e Aran sono parte attiva nella decisione finale e potranno chiedere "eventuali misure correttive" su quanto verrà deciso in termini quantitativi, ma nel rispetto dei "limiti delle risorse destinate". I 5 miliardi stanziati da tempo dovranno bastare. Si discute da mesi e mesi, senza mai giungere a conclusione, non la novità sembra davvero portare grossi cambiamenti, dato che i magri stipendi di alcuni dipendenti statali a quanto pare resteranno tali.