Si riapre proprio nella giornata di oggi la trattativa per il rinnovo dei contratti statali tra l'Aran ed i sindacati dopo l'approvazione della riforma della Pubblica Amministrazione 2017. Proprio il ministro Marianna Madia è intervenuto stamattina sulla propria pagina Facebook annunciando l'inizio delle trattative dopo otto anni di blocco del rinnovo dei contratti statali. Definito dalla Madia "l'ultimo miglio" di un percorso che ha fatto tappa con l'accordo Governo-sindacati della fine di novembre scorso, il rinnovo dei contratti statali partirà dalla razionalizzazione dei comparti della Pubblica amministrazione, passati da undici a quattro e dalla neutralizzazione della riforma Brunetta che consentirà alla negoziazione di avere la priorità rispetto alla legge.
Riforma Pubblica amministrazione 2017 e contratti statali: quali aumenti di stipendio dal 2018?
Tuttavia, anche se la Madia sottolinea nel suo post l'importanza della riforma della Pubblica amministrazione, i dipendenti del pubblico impiego molto si attendono dal punto di vista degli aumenti degli stipendi dato il blocco decennale.
La base di partenza sono gli 85 euro in busta paga mensili che, però, necessitano, per entrare a pieno regime, di uno sforzo del Governo Gentiloni nel reperire 1,2-1,3 miliardi di euro dalla prossima legge di Bilancio. Ma è proprio su questo punto che si incontreranno le maggiori difficoltà nel rinnovo dei contratti statali 2017. Marcello Pacifico dell'Anief, infatti, esprime la propria preoccupazione sugli aumenti degli stipendi che si fermeranno, probabilmente, a cinquanta euro netti in busta paga dal 2018, cifra che è ben al di sotto di quanto perduto dagli statali per il blocco.
Solo nel comparto Scuola (il più numeroso con oltre un milione di dipendenti su circa 3,3 milioni di lavoratori statali), ne servirebbero altrettanti e subito per allineare gli incrementi degli stipendi al mancato adeguamento al 50 per cento dell'inflazione, previsto dalla legge, relativo all'indennità di vacanza contrattuale dei docenti e del personale Ata.
I dirigenti scolastici, poi, si troveranno l'amara sorpresa di duecento euro in meno rispetto a quanto spettante.
Contratti statali e riforma Pa 2017: novità oggi aumenti stipendi scuola e rimborso di 20 mesi
Tuttavia, secondo i calcoli dell'Anief, gli aumenti degli stipendi legati ai contratti statali 2017 prevederebbero l'ulteriore 50 per cento alla firma del contratto.
Ciò significa che, su uno stipendio medio di 1.500 euro quale potrebbe essere quello di un docente, l'aumento derivante dalla mancata applicazione dell'indennità di vacanza contratuale è pari a 105 euro mensili che, però, dovranno essere moltiplicati per venti mesi, ovvero per il periodo che decorre dall'ultima sentenza della Corte costituzionale che ha sancito l'illegittimità del blocco dei contratti. Per i dirigenti scolastici questo aumento andrebbe considerato addirittura al doppio.