Correva il 14 aprile 2014 quando, sulle pagine dell'epressonline.net veniva pubblicato un articolo dal titolo 'Amnesia, l'erba con gli effetti dell'eroina, quando una bufala viene spacciata per notizia seria'. Nel testo, a cura del sottoscritto costretto a malincuore ad autocitarsi, si spiegavano le ragioni per cui la tanto famigerata Amnesia fosse ben altro rispetto a ciò che, già allora, i media ci raccontavano. Negli ultimi giorni il terrorismo psicologico di massa sull'Amnesia è ricominciato e, anche stavolta, ci narrano di persone che hanno fumato la famigerata cannabis dagli effetti devastanti, con danni talvolta irreparabili.

Ma cos'è l'Amnesia?

Ci raccontano storie che, chiunque abbia visitato un coffee shop olandese, non può che considerare fasulle ma che, ripetute fino allo sfinimento per qualche click in più, finiscono per convincere anche qualche insospettabile. Ma cos'è davvero l'Amnesia? Si tratta di una particolare qualità di cannabis inserita nelle cosiddette "haze", ovvero derivate da innesti o modificate a livello genetico. L'Amnesia made in Amsterdam non è neanche considerata la più 'potente' fra tali sostanze, per le quali vale il medesimo assunto, come ricordato anche dalla nostra DNA, secondo cui non vanno criminalizzate le sostanze ma va distinto un uso consapevole dall'abuso. Quest'ultimo considerato dannoso sia nel caso delle droghe leggere che, ad esempio, in quello dell'alcool o della nuova droga, il gioco compulsivo.

Eppure si continua a parlare genericamente di Amnesia che tale non è, come se all'epoca si fossero parificati nell'idem sentire il vino buono e quello al metanolo.

I danni del proibizionismo attribuiti alle sostanze vietate

Quello che sfugge ai tanti che sentenziano sull'Amnesia e su quanto essa sia pari all'eroina o a una qualsiasi droga pesante, è che la circostanza secondo cui le droghe illegali siano tagliate con sostanze pesanti o dannose non è abitudine nuova delle mafie.

Tutt'altro, dal momento che ciò consente di aumentare i profitti che derivano dalla droga illegale. Quella che le mafie chiamano e spacciano per Amnesia, dunque, non è altro che robaccia nostrana tagliata con chissà cosa ma che difficilmente può provocare i danni irreparabili come la paralisi delle gambe (se non in casi di abuso o di predisposizioni del soggetto, ma anche i farmaci hanno controindicazioni dopotutto) citata in un articolo da Il Mattino di qualche giorno fa.

Una scelta di tempo non casuale?

Tale campagna di terrore contro l'Amnesia, dunque, oltre a non essere affatto inedita appare anche strumentale e per nulla casuale. Quale momento migliore, per i proibizionisti, se non quello in cui si sta per valutare l'ipotesi di legalizzazione delle droghe leggere sul modello olandese, proposto dall'intergruppo alla Camera? Le ultime storie narrate dai detrattori e da organi più o meno conservatori, in realtà, rappresentano uno spot proprio per la legalizzazione e per il controllo dello Stato su sostanze che, piaccia o no, continueranno a circolare. Inoltre, come ci dice l'Europa, spesso vi è inversa proporzionalità fra repressione e circolazione delle sostanze vietate e l'Italia proibizionista rappresenta sempre un eldorado per quelle mafie che, come tanti perbenisti, sono contrari alla legalizzazione non perché (come dicono i mafiosi) la droga faccia male. Al contrario, la legalizzazione toglierebbe dal mercato droghe non controllate e pericolose e farebbe male solo a una cosa: al bilancio delle cosche.