Se vi state chiedendo: «Perché mai dovremmo volere un reddito d'esistenza universale ed incondizionato?». Ecco 5 ottimi motivi su cui vale la pena riflettere:

  • Perché i ricchi non sarebbero più così ricchi e i poveri non sarebbero più poveri.

In un mondo dove l'1% della popolazione ha accumulato ricchezze pari a quelle del restante 99%, redistribuire è diventato un obbligo morale più che un'eventualità. Il reddito d'esistenza sarebbe finanziato anche mediante una manovra redistributiva.

Così facendo i ricchi non sarebbero più smisuratamente ricchi e in cambio i poveri non sarebbero più tali, perché ogni individuo potrebbe contare sul proprio reddito d'esistenza per vivere in modo più che dignitoso.

  • Perché diminuirebbe drasticamente la criminalità.

In una società caratterizzata da una dilagante povertà, gran parte delle azioni criminali possono essere ricondotte a questioni di bisogno dovute a scarsità economica. Ma istituendo un reddito d'esistenza universale nessuno sarebbe più povero.

E così, anche se i ricchi avidi continuerebbero a rubare, perlomeno i poveri riacquisterebbero la dignità e nessuno dovrebbe più ridursi a delinquere per necessità. Ne consegue che furti, truffe e rapine diminuirebbero drasticamente.

  • Perché il lavoro potrebbe essere automatizzato senza causare alcun problema sociale legato alla disoccupazione.

Non appena un automatismo diviene più conveniente dell'impiegare dei lavoratori umani, i capitalisti si affrettano a licenziare i propri dipendenti per sostituirli.

In passato i disoccupati tecnologici ritrovarono impiego in altri settori, passando dall'agricoltura all'industria e poi dall'industria ai servizi.

Ma oggi i software stanno cacciando dagli uffici anche i cosiddetti colletti bianchi e questa volta non c'è un “quarto settore” da utilizzare per riassorbire l'eccesso di lavoratori.

I nuovi disoccupati tecnologici resteranno inoccupatiperché non saranno più necessari. Secondo Carl Benedikt Frey della Oxford Martin School e Michael A. Osborne del Dipartimentodi Ingegneria dell'Università di Oxford, nei prossimi decenni il 47% dei lavoratori sarà sostituito da automazioni e software di intelligenza artificiale.

Allora che fare?

Con l'istituzione del reddito d'esistenza tutto ciò non causerebbe alcun problema, perché i disoccupati avrebbero comunque un reddito, anche senza lavorare. Automatizzare il lavoro significherebbe donare agli esseri umani maggior tempo libero per vivere la vita.

  • Perché i lavoratori non dovrebbero più subire i ricatti dei capitalisti.

Per molti le condizioni di lavoro sono pessime: orari totalizzanti, paghe misere, contratti a scadenza e tirocini non retribuiti sono all'ordine del giorno. Nel mentre, i capitalisti realizzano lauti profitti. Tutto ciò viene socialmente accettato perché le persone vivono nel terrore di essere licenziate e di non riuscire più a trovare lavoro. Ma se tutti avessero un reddito certo su cui poter contare, il potere contrattuale dei lavoratori aumenterebbe; quest'ultimi non sarebbero più ricattabili e potrebbero pretendere un miglioramento delle condizioni lavorative.

Si capisce perché il reddito di esistenza è osteggiato dalle élites.

  • Perché gli esseri umani potrebbero scegliere liberamente come vivere la loro vita.

Il lavoro dovrebbe consistere in una libera, matura e volontaria espressione del proprio essere e non in una condanna sociale imposta a suon di ricatti che finisce per annullare l'individuo.

Se poi qualcuno volesse condurre un'esistenza votata alla ricerca intellettuale, alla musica, all'arte, all'esplorare il mondo o allo sport, dovrebbe essere libero di poterlo fare in modo svincolato dalle costrizioni lavorative, disponendo dei mezzi economici necessari per assecondare le proprie passioni più autentiche. In questo modo il reddito d'esistenza consentirebbe di gettare le basi per sprigionare il vero potenziale dell'umanità.