Clamorosa azione di protesta inscenata dagli insegnanti che con il mezzo a disposizione maggiormente diffuso, manifestano tutto il loro disappunto e le loro perplessità circa il disegno di legge relativo alla Buona Scuola, ritenuto gravemente insufficiente e lesivo nei confronti della figura dell'insegnante e in quella che è l'istituzione scolastica.

Gli insegnanti hanno sfruttato al meglio i social network, e più precisamente quello più diffuso, ossia Facebook, prendendo letteralmente d'assalto la bacheca del profilo del premier e segretario del Pd Matteo Renzi, reo insieme al Ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini di essere l'artefice di un ddl, a dir poco, messo in discussione in toto.

Nel profilo di Matteo Renzi diversi insegnanti hanno chiesto la revisione totale del disegno di legge, chiedendo di rivedere la posizione dei presidi sceriffo, così nominati dagli stessi insegnanti che rischierebbero di divenire vere e proprie pedine nelle mani del preside.

Altre insegnanti hanno chiesto l'assunzione di tutti i precari in via definitiva, senza se e senza ma, proprio come chiede l'europa che, secondo la quasi totalità degli italiani viene presa in considerazione e rispettata alla lettera in quelle che sono le manovre economiche che vanno ad incidere sul reddito dei cittadini, ma viene sistematicamente elusa quando l'Italia viene chiamata in causa per "parificare" gli italiani ed i lavoratori con il resto del continente.

Disomogeneità che nessuno ha più voglia di tollerare, così come scrivono alcune insegnanti, seccate anche da un ddl che mette la scuola alla berlina con taglio di risorse a favore della scuola privata, e con problemi di struttura edilizia che giornalmente si ripercuotono sugli studenti.

Le insegnanti, oltre che a mettere in evidenza il loro disagio e le loro ragioni hanno anche messo l'accento sul fatto di essere madri e padri, quindi preoccupati in maniera diretta per la formazione e l'educazione dei propri figli, vere e proprie pietre sulle quali si fonderà la società futura.

La scuola, ribadiscono, è il pilastro portante sul quale si regge e reggerà la società; metterla in ridicolo con tagli e ridicolizzare il ruolo dell'insegnante è il modo peggiore per partire e dare il giusto segnale alle generazioni future.