Il governo italiano ha acconsentito, dopo più di un anno di trattative e tentennamenti, all'utilizzo della base militare di Sigonella per le partenze di droni militari Usa. La decisione è arrivata dopo anni di continue richieste e pressing di Washington, che dal 2011 chiede la disponibilità della base siciliana anche per operazioni militari di attacco. ll Wall Street Journal ha riportato la notizia in anteprima, precisando la ferma volontà del governo italiano nel porre il limite alla disponibilità di Sigonella "esclusivamente per scopi difensivi".

Secondo lo stesso giornale americano, l'amministrazione Obama sarebbe ancora in pressing sul governo italiano per ottenere la concessione della base per eventuali azioni di attacco. L'attività, comunque, non è ancora iniziata, e le parti hanno deciso che qualsiasi iniziativa debba essere prima approvata dal governo italiano. Il ministero della Difesa ha confermato la notizia, ratificando l'indiscrezione del Wall Street Journal. Anche l'Italia ha adottato misure volte a monitorare la situazione libica, dislocando quattro aerei d'attacco dell'Aeronautica Militare nella base di Trapani.

Storia di Sigonella: Craxi ed il no agli americani

La base militare di Sigonella passò alla storia nell'ottobre del 1985.

Il 7 ottobre, la nave da crociera italiana Achille Lauro si apprestava a lasciare le acque nostrane per approdare in Israele, quando venne sequestrata da quattro terroristi palestinesi armati. Si apriva così la "crisi di Sigonella". L'allora ministro degli Esteri Andreotti e quello della Difesa Spadolini si attivarono immediatamente per una trattativa che sembrava complicatissima.

I contatti diplomatici tra Andreotti ed Arafat, allora leader palestinese a capo dell'OLP, non diedero i frutti sperati. Una volta dirottata la nave in Egitto ed arrestati i terroristi, l'ingerenza Usa pretese che questi venissero consegnati nelle mani degli americani. In un contatto telefonico tra l'allora presidente del consiglio Craxi ed il consulente della CIA Leeden, si decise per lo scambio dei terroristi su suolo italiano, nonostante la contrarietà dello stesso premier.

La situazione rischiò di degenerare quando si trovarono sulla pista di atterraggio dell'aereo, proveniente dall'Egitto, 50 carabinieri circondati da 50 militari della Delta Force. I giorni seguenti videro un braccio di ferro tra Roma e Washington, con la ferma opposizione di Bettino Craxi al volere dell'allora presidente Usa Reagan, rifiutando di consegnare nelle mani americane Abu Abbas, che abbandonava l'Italia via Belgrado. Il no di Craxi a Reagan passò alla storia. "Mi si chiedeva una cosa impossibile, e perciò non la feci. Anche se mi costò una crisi di governo, subito rientrata". Così Craxi in una lettera al Giornale, pubblicata l'11 marzo 1997.

Il viaggio di Mattarella

Sarebbe pacifico legare la decisione del governo italiano su Sigonella al recente viaggio di Sergio Mattarella in America.

Lo scorso 8 e 9 febbraio, il Presidente della Repubblica si è recato in visita presso la Casa Bianca. Barack Obama ha ringraziato l'Italia per l'enorme sforzo a protezione della diga di Mosul, in Iraq, e ha sottolineato come imprescindibile sia l'apporto del governo italiano nel cercare di stabilizzare la situazione in Libia,dove deve ancora formarsi il governo di unità, anelato dalle maggiori potenze occidentali. Il segretario di stato americano Kerry ha poi ribadito la necessità di un ulteriore sforzo italiano nella lotta allo stato islamico. Mattarella ha affermato: "Questa stretta collaborazione ci consentirà di fronteggiare le nuove sfide e di sconfiggere i nemici della pace e dei diritti umani.

La collaborazione nell'Alleanza Atlantica ci ha consentito di superare grandi sfide e momenti difficili". La concessione della base di Sigonella rientra quindi nell'ottica di "stretta collaborazione" tra i due paesi, anche a fronte della possibilità italiana di mandare 5000 militari, al fine diaiutare la stabilizzazione il Libia.