Nulla osta della Camera dei deputati alla legge "Dopo di noi". Il testo, che contiene misure in materia di assistenzain favore dei diversamente abili privi del sostegno familiare, ha passato l'esame con 374 voti favorevoli, 75 contrari ed 11 astenuti. Ora passerà all'attenzione del Senato. I "no" sono scaturiti dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, per i quali la normativa "è un favore a lobby ed assicurazioni".

Il testo voluto da PD e Lega

Il Parito Democratico e la Lega Nord hanno voluto fortemente la nuova normativa che va oltre gli schieramenti politici e che era stata approvata in Commissione Affari Sociali.

Già in quella sede erano emerse le prime critiche dei grillini alle quali ha ribattuto seccamente l'esponente del PD, Ileana Argentin, durante le dichiarazioni di voto sulla legge alla Camera. "Non ci sono "marchette" alle cooperative che, al contrario, dobbiamo ringraziare perchè sono in grado di fornire risposte adeguate a tante situazioni, quando un soggetto disabile è privo del sostegno familiare".

Un provvedimento atteso da anni

Il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Mario Marrazziti, ha parlato di "provvedimento atteso da anni". Il fondo pubblico prevede 90 milioni di euro per l'anno in corso e 150 milioni complessivi nel triennio, tramite i quali sia le Regioni che tutti gli altri soggetti interessati possono garantire percorsi personalizzati per tutti i disabili gravi dopo la morte dei familiari.

"Il "Dopo di noi" è una bella legge", ha ribadito Marraziti.

L'appello dell'associazione 'Senza Confini'

"Senza Confini" è un'associazione che si occupa di diritti dei disabili, ai quali offre sostegno logistico e legale, che opera da gennaio dello scorso anno in provincia di Trapani, Sicilia Occidentale. Rocco Sgrò, rappresentante dell'associazione, plaude all'approvazione del testo alla Camera ma nel contempo punta l'attenzione sul modo in cui la nuova normativa dovrà svilupparsi.

"I percorsi del dopo di noi - sottolinea - vanno sviluppati insieme e devono vedere coinvolti associazioni e istituzioni ad ogni livello. Non vogliamo che i nostri amici diversamente abili vengano sistemati in palazzi di vetro ma in situazioni anche semplici, a patto che siano socializzanti. Questo è il motivo per cui rivolgiamo un appello a tutte quelle associazione che, come noi, si occupano di disabilità: dobbiamo unire le forze per portare avanti un progetto che sia di aiuto anche alle istituzioni.

Non vogliamo - aggiunge Rocco Sgrò - residenze di 50-60 persone che vengano trasformate in ghetti". In ultimo l'appello agli enti locali. "I Comuni - conclude - hanno il dovere di attrezzarsi, anche usando immobili che possiedono e sono inutilizzati. Il futuro ci dice purtroppo che avremo sempre più persone da sistemare prima che i genitori li lascino soli".